
Ruspe ferme fino al 31 dicembre di quest’anno. Alla fine la Regione Campania l’ha spuntata ed ha ottenuto l’agognata proroga del governo centrale. I tecnici dell’Ente di Santa Lucia lavorano intanto a pieno regime al nuovo piano paesistico e al censimento della situazione edilizia comune per comune. Il mese di marzo è il termine che l’assessorato regionale all’Urbanistica si è dato per approvare in giunta il nuovo piano. Se i tempi tecnici lo consentiranno, si potrà giungere all’approvazione definitiva in Consiglio già prima dell’estate. In autunno scatterebbe poi l’applicazione della norma con la valutazione caso per caso di circa 60mila abusi. Si parte dal testo licenziato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato e in particolare dall’emendamento del Pdl al Milleproroghe, che recita: «Al fine di fronteggiare la grave situazione abitativa nella regione Campania e per consentire una adeguata ricognizione dei presupporti determinanti vincoli di tutela paesaggistica, sono sospese le demolizioni, disposte a seguito di sentenza penale, di immobili situati nella Regione Campania, destinati esclusivamente a prima abitazione e stabilmente occupati da soggetti sforniti di altra risorsa abitativa». Un sostanziale accoglimento della proposta della Regione che recitava a sua volta: «Al fine di fronteggiare la grave situazione abitativa nella regione Campania e di consentire una adeguata ed attuale ricognizione delle necessità determinanti vincoli di tutela paesaggistica, fino all’entrata in vigore del Piano Paesaggistico Regionale e, comunque, non oltre 12 mesi, sono sospesi i procedimenti di demolizione dei manufatti dichiarati abusivi». Cambiano, tuttavia, i tempi (saranno dieci i mesi concessi per varare le nuove norme e non dodici) e il riferimento alle prime case. Viene introdotto, anche se non formalmente, il concetto di «abuso di necessità» e una sorta di ombrello per chi ha realizzato abusi sull’unica casa di proprietà. Le demolizioni procederanno in questi giorni per tutti gli altri casi. Nessuna riapertura dei vecchi condoni: le domande di sanatoria pendenti dovranno essere rivalutate singolarmente alla luce delle nuove norme. Intanto, il Pd bolla l’emendamento come «condono ad regionem». Il Pdl dal canto suo rivendica con i senatori Lauro e D’Anna di aver salvato la prima casa di migliaia di cittadini campani.
Antonio Averaimo