Le Associazioni, i Comitati e i Movimenti di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, Torre Annunziata e in parte di Pompei presenti all’incontro, hanno rappresentato soprattutto la grande preoccupazione di padri e madri e cittadini attenti in primo luogo alla salute dei propri figli e del territorio.
Preoccupazione condivisa da tutta l’Assemblea in cui è stato rimarcato che la lotta per la chiusura di cava Sari e più in generale per la bonifica di tutta l’area Parco, delle discariche vecchie e nuove, piccole e grandi, sarà prioritaria, perché è una pre-condizione: per la salute e per lo sviluppo. Come sarà prioritario, e non potrebbe essere altrimenti, il lavoro di sensibilizzazione dei cittadini e di vera e propria pressione politica sulle amministrazioni affinché in tutti i comuni dell’area Parco si realizzi un ciclo virtuoso dei RSU a partire dalla riduzione a monte, dall’organizzazione di isole ecologiche per il riciclo e il riuso, dall’organizzazione di un’area di compostaggio rigorosamente al di fuori dell’area protetta, al controllo delle filiere dei vari consorzi di riciclo per poter quindi affrontare, attraverso un tavolo tecnico, le varie opzioni tecnologiche ecocompatibili per lo smaltimento della frazione residuale secca indifferenziata. In sintesi tutte quelle “ buone pratiche” che, chiudendo in modo virtuoso e responsabile il ciclo dello smaltimento dei RSU, portino alla eliminazione di qualunque discarica (e tanto meno avvalorino l’idea folle che gli inceneritori siano la soluzione del problema) creando le premesse per una seria opera di bonifica dell’intero territorio vesuviano.
La vicenda delle discariche, il fatto che lo Stato abbia potuto decidere di aprire cava Sari e soltanto pensare di aprire cava Vitiello, sono la migliore testimonianza della validità della tesi sostenuta nel documento “Cittadini per il Parco”. Il “modello di sviluppo vesuviano”, fondato sull’abusivismo edilizio, sulle cave, sulle discariche e su forme di turismo aggressive del
paesaggio e dell’ambiente, complice l’onnipresente “camorra”, operante dal dopoguerra, è
andato in crisi perché ha consumato tutto il consumabile… Le scelte di cava Sari e di cava Vitiello sono perfettamente coerenti con quel modello distorto di “sviluppo” e col modello di “illegalità” diffusa insito nei comportamenti e nei colpevoli compromessi di cui è permeata la società vesuviana e ne rappresentano la logica conclusione, a cui và opposta la voglia e la necessità di quella parte di cittadinanza attiva decisa finalmente a voltare pagina.
La legalità, il rispetto di norme e regole, è la premessa fondamentale del modello di sviluppo “alternativo”. L’azione di promozione dell’agricoltura, del patrimonio culturale, del turismo sostenibile e della salvaguardia della biodiversità ambientale che doveva nascere con il Parco, non è mai decollato, ma se non prende piede, e l’iniziativa proposta ha fondamentalmente questa “mission”, il territorio vesuviano continuerà ad essere percepito dai suoi abitanti e ad essere vissuto dalle istituzioni come una grande discarica a cielo aperto…
L’impegno è sopratutto per lo sviluppo sostenibile, per l’occupazione, per un futuro per le giovani generazioni.
Per tutto quello che dovrebbe rappresentare la “normalità” del dibattito politico e dell’impegno civico di partiti e associazioni.
Pertanto l’iniziativa “cittadini per il Parco” proseguirà fin dal prossimo incontro di Torre del Greco-Ercolano ai primi di Marzo, per continuare la discussione sul documento proposto, cui chiediamo di aderire, non certo nei dettagli, ma nel suo complesso e nel suo spirito. Ci ritroveremo tutti in una grande “convention” il 2 aprile prossimo, al MAV di Ercolano, in cui a parlare saranno le Associazioni, i Movimenti, i Comitati e quanto di responsabile esprime la cittadinanza vesuviana.
In quella sede cercheremo di dar vita ad un coordinamento e operare per il futuro prossimo decidendo assieme temi, tempi e modi delle iniziative di sensibilizzazione che verranno messe in campo.
Al 2 Aprile.
Il Comitato promotore “Cittadini per il Parco”