Non trova soste la protesta messa in atto dalle 20 famiglie di via Benevento che non si fermano nemmeno davanti alle basse temperature di queste ore, notte compresa. Animi che si riscaldano e tragedia sfiorate durante le ore serali quando un auto quasi investiva i dimostranti accampati in strada. Il blocco della circolazione attuato dai “rivoltosi” viene sospeso (volutamente, ma dal sapore di una breve tregua) solo nel pomeriggio del 23 febbraio, quando arriva la notizia di un appuntamento col Questore per il giorno successivo. Ma se effettivamente tregua sarà dipenderà molto dal rispetto di questa sorta di “patto” tra le parti. Nel caso in cui l’incontro saltasse “allora la controffensiva riprenderà, blocco stradale compreso”, fanno sapere i manifestanti. Ma facciamo un passo indietro. Oltre ventiquattro ore di presidio no stop, con tanto di coperte e vestiti “pesanti” per ripararsi dalle folate di vento freddo condiscono le due “giornate delle Palazzine”. Tutti, nel cortile antistante i due “stabili del mistero” si lamentano della scarsa considerazione delle istituzioni locali, sindaco in primis, che mai, negli ultimi 15-20 giorni, hanno accettato un minimo di colloquio per trovare una soluzione allo sfratto che queste persone si vedono intimare. Dal Comune fanno sapere che tutti erano a conoscenza delle cose e che adesso è inutile protestare, ma in ogni caso il disagio è certificato da una situazione che rischia di degenerare da un momento all’altro. E si tratta di numeri preoccupanti: venti famiglie con 56 bambini, 10 disabili e tre donne sole con mariti detenuti. Scenario abbastanza critico e uso della forza che in ogni caso dovrebbe essere scongiurato facendo finalmente entrare in scena un po’ di buonsenso. La storia delle due palazzine è molto strana. Per vent’anni disabitate e da quattro occupate dagli attuali inquilini, che provvedono a renderle vivibili. Mancavano, infatti, porte e sanitari, in pratica tutto quanto necessario per una normale e decente vita familiare in un appartamento. All’improvviso queste palazzine, quasi dimenticate dall’amministrazione di Casalnuovo, divengono oggetto del contendere, con l’epilogo di questa lotta ad oltranza, tra proteste e manifestazioni, che si trascina da oltre un mese, fino a toccare i picchi di agitazione delle ultime ore. Dopo quattro anni queste persone (in molti senza lavoro e senza un posto dove andare) lamentano l’assenza di una minima forma di tutela e considerazione da parte delle istituzioni. Il coro delle proteste è unanime, nessuno vuole cedere, anche se i propositi sono buoni. Su tutti la signora Maria che fa da portavoce per l’intero gruppo:” Da quattro anni abbiamo occupato questi appartamenti che erano praticamente vuoti e senza un minimo di strumenti per essere abitati. Mancava tutto: dalle finestre agli infissi, per non parlare delle luci e dei servizi igienici dei bagni. Noi le abbiamo messe a nuovo e adesso ce le vogliono togliere. Siamo disposti a trovare un punto di incontro. Ci sono bambini e persone invalide, e per questo vogliamo regolarizzare la nostra posizione pagando un fitto e tutto il resto, ma dobbiamo trovare una soluzione vantaggiosa altrimenti la nostra protesta andrà avanti ad oltranza”.
Vincenzo Rea