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DI SEGUITO RIPORTIAMO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA APERTA DEI COMMERCIANTI
Spett.le Sindaco della Città di Pompei
Avv.to Claudio D’Alessio
Egregio Assessore Dott. Giuseppe Tortora
Chi scrive è il nutrito gruppo degli associati Confesercenti Pompei (prima associazione di categoria sul territorio) i quali, per dar voce in maniera forte alle loro esigenze, hanno scelto un modo insolito per poter interloquire, visto che a nulla sono valsi gli incontri precedenti.
Inutile ribadire che viviamo una realtà commerciale veramente drammatica, è vero, la crisi è nazionale, ma è pur vero che in questa città né lei sindaco ci aiuta, perché troppo impegnato a far feste e festini (neanche per festeggiare l’Unità d’Italia lo Stato spende i soldi che lei ogni anno stanzia per l’inutile festa Città di Pompei) mentre invece alla Città, ai cittadini ed in particolar modo a noi commercianti non fa altro che recar danno. Non le sembra vergognoso che dopo tanto sperpero di denaro pubblico non ci siano soldi per poter organizzare le festività natalizie? Lo sa che tutti gli anniversari che si rispettano si festeggiano ogni 25 anni? E lei assessore Tortora che non appena insediatosi ha fatto mille promesse, sa cosa sono le attività produttive? Si è documentato su ciò che non le era chiaro?
Provino a scendere entrambi per la città che porta un nome così “Pompei”, conosciuta in tutto il mondo come città d’arte e città mariana e che da sola dovrebbe dar da vivere ad un’intera popolazione e invece …. Perché la maggior parte dei turisti vengono bloccati solo a Porta Marina e non vanno oltre? Ci sono forse accordi particolari che a noi non è dato conoscere? Gli unici “turisti” che vediamo circolare per il centro cittadino sono: zingari, ambulanti, mendicanti, extracomunitari, ecc. ecc.. Per non parlare dell’ospitalità che la nostra Polizia Municipale riserva ai turisti, visto che non sono neanche in grado di dire buongiorno in italiano figuriamoci in inglese. . . .!!!!
Si rendono conto di quante attività hanno chiuso e di quante altre stanno per chiudere? Cosa inammissibile per una città come la nostra che mentre affonda guarda malinconicamente le città vicine rifiorire come per incanto. E che dire delle periferie? Vivono nel degrado più assoluto e ci si ricorda di loro solo durante il periodo elettorale. I colleghi esercenti di via Aldo Moro perdono 4/5 giorni al mese di incasso per la presenza del mercato quando invece in altre città ci sono apposite zone mercatali. E di Messigno? Sensi unici sballati, strade rotte, scarsa illuminazione, collegamenti con il centro cittadino quasi inesistenti. Beh, è il momento che sappiate che le cose non funzionano più così, per ottenere bisogna anche dare, come si dice,”una mano lava l’altre e tutte e due lavano la faccia”. Tempo fa ci fu detto che se volevamo far valere i nostri diritti dovevamo appartenere ad un’associazione di categoria nazionale l’abbiamo fatto e cosa è cambiato? Ve lo diciamo subito, paghiamo circa 175 euro l’anno per poter interloquire con un’amministrazione che puntualmente fa buon viso e cattivo gioco snobbando tutte le nostre proposte. Ora a gran voce gridiamo “Basta!” Con l’arrivo della bella stagione pretendiamo di essere una Città turistica a tutti gli effetti per cui chiediamo:
Check point (barriera telematica) da far si che i pullman che entrano in Pompei paghino una tassa,
come in tutte le città d’arte con soldi destinati ad un fondo per l’arredo urbano;
Incentivare la fermata degli autobus in Piazza Falcone e Borsellino in modo da collegare la Città antica alla nuova permettendo ai turisti di vivere quest’ultima;
Città e dintorni più pulite ed accoglienti;
Forze dell’ordine su tutto il territorio (vedi prostitute nei pressi della stazione FS già dal mattino).
Serate estive atte ad allietare il soggiorno dei turisti utilizzando i numerosi artisti presenti sul territorio di Pompei e non favorendo i forestieri.
Insomma vogliamo che l’economia della nostra città cominci a girare già dall’interno per poi estendersi a macchia d’olio. Chiediamo a squarciagola ciò che ci spetta di diritto in quanto cittadini prima e commercianti pompeiani poi, agguerriti più che mai affinché vengano rispettati i nostri diritti.
CONFESERCENTI POMPEI