I giochi del Mediterraneo

Negli anni ’60 si tennero i Giochi del Mediterraneo che coinvolgevano buona parte delle nazioni nord-africane, proprio a Napoli. La manifestazione che comprendeva varie discipline sportive dall’atletica al calcio, dal pugilato alla ginnastica, venne salutata come occasione unica per riunire il nord-africa all’Italia e quindi al resto d’Europa. Per la verità non ebbe molto successo né di pubblico, né politicamente, ed infatti se non sbaglio non fu più ripetuta. Il Mediterraneo può considerarsi il centro più importante nello sviluppo della civiltà umana, perché entro i suoi limiti geografici, si risolse tutta la storia del mondo antico. Gli avvenimenti successivi alla Seconda Guerra Mondiale sino ai giorni nostri sono stati contraddistinti dall’insofferenza nelle popolazioni soggette alla dominazione europea e infine alla costituzione di nuovi stati (Siria, Libano, Israele, Tunisia, Algeria, Marocco) in seguito ai profondi rivolgimenti politici insorti dopo il secondo conflitto mondiale, che ha anche favorito l’insediarsi della flotta statunitense nel bacino, dando luogo, non di rado, a motivi di tensione con gli stati rivieraschi africani. Queste condizioni, unite a quelle di endemiche fasi di sottosviluppo hanno favorito l’emergere in alcuni di questi Paesi di dittature militari oppressive, che hanno tolto alle popolazioni civili le ricchezze (ad esempio la Libia con il petrolio e il gas). Come successe nell’89 con la caduta del muro di Berlino che decretò la fine del comunismo siamo oggi di fronte a una nuova rivoluzione che potrebbe decretare la fine dell’influenza islamica? Oppure all’incontrario, come effetto della fuga dei rifugiati politici, assisteremo ad un’espansione dell’Islam soprattutto in Europa?

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