Come un giorno qualunque può trasformare la storia di una nazione; anzi, per meglio dire, un piccato scambio di battute.
Siamo a Roma, è il 1941 ed è primavera.
C’è un ragazzo che cammina per strada e va di fretta.
È stato convocato dal dottor Spataro e la sua fretta è dovuta solo al fatto di avere tante altre cose da fare: la direzione di «Azione Fucina», il giornale degli universitari cattolici, gli porta via la metà del suo tempo; l’altra metà è dedicata alla tesi in diritto della navigazione sulla marina pontificia.
La convocazione di Spataro non lo spaventa troppo; a volte, sembra che non lo spaventi proprio niente ma, appena entra nello studio, Spataro non c’è e vi vede l’ ultima persona che avrebbe mai potuto immaginare.
Lo riconosce immediatamente.
Lo aveva incrociato spesso nella Biblioteca Vaticana quando vi si recava per consultare dei testi utili per l’elaborazione della sua tesi; talmente spesso che aveva pensato che fosse un impiegato.
D’altronde, l’aspetto era proprio quello: alto, serio e silenzioso, con degli occhiali che ne aumentavano l’austerità.
Lo riconosce immediatamente anche perché, qualche giorno prima, proprio con quell’ impiegato aveva avuto anche un diverbio.
«Non ha niente di meglio da fare che studiare questa roba?» lo aveva apostrofato un po’ bruscamente l’uomo.
«Scusi, ma a lei che gliene importa?» era stata la sua piccata risposta e, non avendo la più pallida idea di chi veramente fosse quel signore, per lui, la cosa era finita lì. Dopo qualche secondo di silenzio, il signore si presenta.
«Mi chiamo Alcide De Gasperi e stiamo costituendo la Democrazia Cristiana» dice in modo diretto e senza troppi fronzoli.
E gli porge su un piatto di platino delle parole che, apparentemente, sembrano essere solo un puro e semplice consiglio.
«Non perdere tempo ed occupati di cose meno bizzarre».
Lui accetta immediatamente quell’ apparente consiglio, mollando all’istante la marina pontifica per un’agile tesi sulla personalità del delinquente nel diritto canonico ma, soprattutto, scopre la politica.
E la storia di una nazione cambia perché, per inciso, ci stavamo dimenticando di dire che quel ragazzo si chiama Giulio Andreotti.