A Scafati pertanto lo scenario politico appare nuovamente in fermento. L’annunciato e poi nuovamente rinviato nuovo rimpasto della Giunta Aliberti, che doveva portare ad un cambio al vertice dell’amministrazione scafatese ed alla “investitura” quale nuovo vice-sindaco, di una “figura” istituzionale espressione diretta della componente “Arechi”, sembra nuovamente allontanarsi, il principale partito politico della maggioranza il PDL non trova l’accordo né sul nominativo dell’ottavo assessore né tantomeno sul nominativo del nuovo vicesindaco.
I falchi e le colombe del Partito di Berlusconi qui a Scafati, non trovano, durante una concitata riunione a Palazzo Mayer tenutasi martedì sera, nessun accordo e tutto viene rinviato a data da stabilirsi, probabilmente dopo il prossimo consiglio comunale e quindi dopo l’approvazione dell’importante provvedimento del Bilancio annuale 2011. Ma oltre la politica in città in questa settimana si è discusso soprattutto di due fatti importanti accaduti. Il primo, inerente il rinvio a giudizio dell’ex assessore della giunta Aliberti al Patrimonio Abitativo l’avvocato Mario Santocchio, indagato per presunte responsabilità sugli atti amministrativi inerenti la definizione e poi l’erogazione dei contributi fitti inerenti gli anni 2005 e 2006, faccenda tutta da chiarire e sulla quale il diretto interessato, dimostra la solita tranquillità e serenità, sicuro di dimostrare di essere estraneo ai fatti imputategli, e dichiarandosi pronto a collaborare nelle sedi opportune con i magistrati incaricati di fare luce sulla vicenda. Oltre all’avvocato Santochio, risultano indagati la funzionaria del settore e ben tre impiegati comunali, un funzionario regionale, quattro delegati sindacali, nonché molti beneficiari dei cosiddetti “contributi fitti”, che presto saranno chiamati a giustificare le somme incassate. Il secondo tema che sta catapultando l’attenzione dell’intera città è la rinuncia oramai certa di ben 17 aziende cittadine ai suoli del PIP (Piano Investimento Produttivo) per il lievitarsi sempre più in alto dei costi dei lotti, salito oggi a ben 156 Euro (pensate che si era partiti intorno ai 90 Euro), e con lo spettro ormai palpabile del fallimento dell’intera operazione di rilancio del comparto industriale cittadino, già in crisi profonda soprattutto per la ricaduta a livello locale della crisi economica internazione e nazionale. Ci auguriamo che i politici cittadini di maggioranza e di opposizione possano insieme fare fronte comune allo scenario di crisi che in questa settimana si è aperto nel settore industriale, il PIP di via S.Antonio Abate può e deve essere un’occasione per il rilancio dell’intero comparto industriale di Scafati, ricordiamoci che l’intero comparto consta di ben 70 aziende, a meno di ulteriori defezioni.
Paolo Celiberti