Napoli: continua la protesta al “San Paolo” contro la chiusura dell’ambulatorio di Agopuntura

Continua l’ondata di contestazione da parte di pazienti e funzionari dell’Ambulatorio di Medicina non Convenzionale dell’Ospedale San Paolo di Napoli che hanno assistito alla violenta chiusura del rinomato e ventennale reparto. Tenace e costante la protesta del direttore Ottavio Iommelli arrivato a compiere il coraggioso gesto del salasso forzato, pronto, si dice, a scendere in campo contro questa politica che vuole a tutti i costi affossare la pratica delle terapie naturali. La scorsa settimana, lo stesso Iommelli ha incontrato esponenti politici operanti nell’ambiguo abisso della Sanità campana. Chiare le richieste di Iommelli a seguito del meeting “Vogliamo una proroga di 15 giorni prima della chiusura, così da avere il tempo di completare i cicli di agopuntura e fitoterapia in programma”. Una richiesta ambiziosa che, nei giorni scorsi, ha messo un po’ di luce negli occhi delle numerose persone vicine al team di Iommelli, ma che, comunque, non ha rappresentato un traguardo. “Non ci fermeremo prima del ritiro del decreto di chiusura per il nostro Ambulatorio!” Nel frattempo continuano le diverse forme di protesta contro questo ingiusto taglio alla Sanità pubblica. Da qualche giorno ha cominciato a diffondersi, all’interno del Social Network più famoso al mondo, un gruppo atto a sostenere la protesta, il che si è, poi, andato ad affiancare alla petizione già in attività da qualche giorno, il tutto a testimoniare che gli stessi pazienti sono contro questa decisione triste ma, tuttavia, giustificata dal Commissario dell’Asl Napoli 1, Mario Vasco, che sottolinea come le prestazioni erogate dall’Ambulatorio di Via Terracina, benché 13mila annui, e nonostante portino alle casse dell’Asl circa 200mila Euro l’anno, non risultano previste dal DPCM del 29 novembre 2001 e, dunque, non rientrano nei cosiddetti LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Un’assurdità! Mentre nel resto del mondo le politiche locali lavorano al fine di modificare le leggi così da portare vantaggio ai cittadini, a Napoli si reprime chi ti da’ ricchezza! Forte solidarietà è arrivata anche da alcuni esponenti politici locali e non. Parole di appoggio sono giunte dall’On. Enzo Rivelini, Europarlamentare FLI che si è detto amareggiato dalla notizia della chiusura dell’Ambulatorio. “A Napoli oltre 250mila cittadini si affidano alle cure complementari. La chiusura della Struttura dell’Ospedale San Paolo, toglierebbe la continuità assistenziale a tutti questi cittadini che sarebbero, poi, costretti a ricorrere ad ambulatori privati con maggiore dispendio economico. Ci tengo a ricordare in tal senso che il Parlamento Europeo ha in diverse battute raccomandato gli Stati membri di inserire le Medicine non Convenzionali nei servizi sanitari, in quanto consentono un notevole risparmio sulla spesa sanitaria sia in termini di riduzione al ricorso di farmaci tradizionali, sia di  numero di ricoveri ospedalieri.” Risulta, quindi, doveroso ricordare che l’Ambulatorio in questione rappresenta non solo il fiore all’occhiello per la Sanità Pubblica a Napoli, ma anche un trampolino di lancio per la formazione di operatori nel settore delle terapie naturali. L’Ambulatorio diretto dal Prof. Iommelli è, infatti, sede didattica dell’A.I.F.F. (Associazione Italiana Fitoterapia e Fitofarmacologia) che da oltre dieci anni va affacciandosi alla pratica della questione con corsi di formazione, peraltro, riconosciuti ed autorizzati dalla stessa Regione Campania. Eccoci, dunque, di fronte all’ennesimo contraddittorio scandalo della nostra politica partenopea. Ma, in definitiva, a cosa porterà tutto questo? Semplicemente continuerà tristemente ad accantonare le differenti pratiche di Medicina Naturale, il ché, a sua volta, contribuirà a spingere sempre più la popolazione verso il consumo di dannosi rimedi sintetici e, al contempo, a porci in uno stato di ulteriore degrado culturale nei confronti del resto d’Europa.

Giuseppe Annunziata

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