L’importanza dell’archivio storico di Somma Vesuviana

Tra le cittadine che fanno parte del parco Nazionale del Vesuvio, Somma Vesuviana è certamente la più ricca di siti archeologici, monumenti e chiese che raccontano le origini dell’antica Sussuvio. Situata a 150 metri sul livello del mare, Somma  da sempre è stata un luogo privilegiato dalle case regnanti come meta di villeggiatura. Questa cittadina oltre a possedere un ricco patrimonio artistico,  offre agli amanti della cultura anche  una biblioteca e  un meraviglioso archivio storico  dedicato all’Inge.“G.Cocozza” diretto dall’archivista Alessandro Masulli. Ed è proprio quest’ultimo in collaborazione con il maresciallo Antonio Auriemma che hanno pubblicato l’albo d’oro dei caduti e dispersi sommesi della seconda guerra mondiale. Sul monumento ai Caduti situato in piazza Vittorio Emanuele III, sono presenti lateralmente due lapidi marmoree sulle quali sono incisi i nomi dei concittadini morti a causa delle due guerre Mondiali. “Si è ritenuto, opportuno – dichiara Masulli – approfondire e integrare i dati ivi contenuti, al fine di dare il giusto riconoscimento e merito a tutti gli “eroi” delle guerre che hanno contribuito alla formazione di una comunità libera e unita, redigendo dapprima un Albo comunale dei concittadini caduti nella Prima Guerra Mondiale e secondariamente un successivo Albo dei caduti e dispersi nella Seconda Guerra.” L’archivio storico di Somma Vesuviana prima del 2005  versava in un desolante stato di precarietà. I locali comunali destinati ad archivio, all’interno dell’ex-Convento di San Domenico, erano umidi e fatiscenti e dall’accesso indiscriminato. L’Amministrazione cittadina, guidata dal Sindaco Vincenzo D’Avino, con atto deliberativo n°154 del 25 ottobre 2005 provvide a trasferire l’Archivio in locali più idonei e più asciutti situati al primo piano del complesso di San Domenico (archivio di deposito). Furono  trasportati e sistemati nelle nuove scaffalature numerosi fascicoli, i manoscritti dell’Università, le pandette del protocollo, le antiche deliberazioni consiliari, i verbali di Giunta, le gazzette ufficiali, i conti comunali, i libri catastali, ma soprattutto i manoscritti liturgici provenienti dal soppresso convento francescano di Santa Maria del Pozzo. Il fondo librario fu collocato, invece, in un vasto mobile/libreria diviso in quindici scaffali nella sala laterale del nuovo impianto e comprendeva volumi a stampa delle leggi e numerosi libri rari che giacevano in completo stato di disordine. Qualche anno fa il fondo libraio ha subito un riesame allo scopo di individuare i vari nuclei librari che lo compongono e di formulare un inventario analitico da presentare a studiosi e ricercatori. Le operazioni svolte sono state suddivise in tre semplici fasi: Prima ,I quindici scaffali della Libreria di legno sono stati tramutati in quindici sezioni, ognuna delle quali individuata da una lettera alfabetica maiuscola (dalla lettera A alla lettera Q); Seconda fase. I volumi già sistemati all’interno delle sezioni hanno ricevuto una loro facile individuazione; i tomi delle leggi e dei decreti sono citati con la sola menzione dell’anno e del numero del volume (es. anno 1807 Part. I), mentre la parte restante dei volumi è stata contrassegnata da una numerazione progressiva. Questo sistema permette al volume di avere una sua sezione di appartenenza e un suo numero identificativo; Terza fase. Il fondo, oltre all’inventariazione, è stato interamente digitalizzato con l’aggiunta d’indicative immagini relative a copertine e frontespizi che presentano peculiarità rare. Il fondo contiene tanto le serie delle registrazioni degli atti di stato civile propriamente detti (nascita, matrimonio, morte) quanto le serie dei repertori utili alla ricerca (repertori decennali alfabetici, indici annuali) e delle carte di corredo agli atti (pubblicazioni di matrimonio). Contiene inoltre la documentazione che si riferisce agli altri compiti dei quali era investito l’ufficio dello Stato civile (pratiche immigrazioni, atti di cittadinanza, registri di popolazione etc). Il fondo alla fine è costituito da una sezione preunitaria regg.177 degli anni 1809-1865 e da una sezione postunitaria regg.158 degli anni 1866-1920; la sezione preunitaria comprende lo Stato civile napoleonico (1809-1815), lo Stato Civile del Regno di Napoli (1816-1860), lo Stato civile carloalbertino (1861-1865), quest’ultimo mantenuto con il preunitario per uniformità formale rispetto al successivo Stato civile italiano subentrato nel 1866. L’albo d’oro dei caduti e dei dispersi sommesi durante il secondo conflitto mondiale è stato un lavoro di ricerca meticoloso e prezioso , come per quello svolto per la Prima Guerra, è stato pianificato e realizzato in diverse fasi, interessando vari Uffici ed Enti centrali e periferici, il cui lavoro si espone sinteticamente: a) rilevazione dei nominativi segnalati negli atti di morte dello Stato Civile; b) contatti con familiari e parenti delle vittime della guerra; c) acquisizione presso l’Archivio Storico Comunale “G.Cocozza” dei documenti segnalati nella Categoria VIII – Leva e Truppe; d) procedimento di accesso alle informazioni detenute dal Ministero della Difesa (sede centrale di Roma, Direzione generale delle pensioni militari, del collocamento al lavoro dei volontari congedati e della leva, Divisione Albo d’Oro) relative ai dati ed agli elenchi ufficiali dei caduti e dispersi nella II guerra mondiale; e) verifica e controllo di tutta la documentazione acquisita e successivo confronto con i dati anagrafici e di Stato Civile presso il competente Ufficio comunale. Il secondo Conflitto Mondiale è considerato il più grande conflitto armato della storia, e costò all’umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono, infatti, direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell’utilizzo di armi sempre più potenti e distruttive, spesso deliberatamente indirizzate contro obiettive non militari. Nel corso della guerra si consumò anche la tragedia dell’olocausto perpetrata dai nazisti nei confronti degli ebrei. Dopo novantadue anni, la ricerca avviata nel 2008 e portata avanti in quest’ultimi due anni ha consentito di individuare ben 170 caduti di origine sommese nel primo conflitto mondiale. E’ con profondo orgoglio, quindi, che concediamo questo immenso lavoro di ricerca alla nostra Città, convinti non solo di aver fatto cosa gradita, ma di aver definitivamente onorato e consacrato l’impegno e il sacrificio dei “martiri” di questa nostra terra. L’archivio di Somma Vesuviana sito in piazza San Domenico è aperto agli appassionati e studiosi il martedì ed il giovedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30. Per informazioni rivolgersi al numero 3336753914 o scrivere  archiviostoricosomma@libero.it.

Dora Ambra

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