Giovani talentuosi si inseriscono nella scena del cinema nazionale. Tra questi il regista Lucio Pellegrini che, dodici anni dopo il discreto successo di “E allora Mambo”con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, e dopo “Figli delle stelle” ritorna con “La vita facile”.
Si tratta di una commedia ibrida tra comicità e sentimentalismo. Luca e Mario sono due grandi amici, entrambi laureati in medicina, ed entrambi innamorati di Ginevra, che deciderà di sposare Mario. In seguito alla decisione del matrimonio, le strade dei due si separano: Luca decide di dedicarsi ai più bisognosi e parte per il Kenya, divenendo operatore umanitario, mentre Mario diviene cardiochirurgo di fama in una clinica privata. Le loro strade si riallacciano solo in seguito all’ volontà di Mario di rivedere l’amico in Africa, volontà che nasconde ben altre motivazioni. Dopo una prima difficile fase di adeguamento alle misere condizioni di vita del villaggio, Mario, abituato a cachemire e ad auto di grossa cilindrata, riesce ad ambientarsi e a ritrovare l’amicizia con Luca. A far saltare gli equilibri è, però, il ritorno per nulla atteso di Ginevra.
Pierfrancesco Favino, Vittoria Puccini e Stefano Accorsi, sono i protagonisti della commedia di Pellegrino, che si diverte a raccontare un intricato triangolo amoroso.
I personaggi non sono altro che l’emblema dell’effetto che la società dell’apparire opera nell’ individuo borghese: corruzione e false virtù la fanno da padrone. Luca e Mario, come la stessa capricciosa e vuota Ginevra, sono l’ incarnazione della mediocrità attuale. Favino, grazie alla sua spontaneità e simpatia, riesce a far decollare un film che, altrimenti, affonderebbe il pubblico nello smarrimento. L’Africa con i suoi immensi e suggestivi paesaggi, si contrappone alla mondanità e vacuità della vita borghese romana, elevandosi a principale protagonista della pellicola.
Vincenza Costantino