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Regione, Roberto Conte torna in Consiglio regionale

Ancora Roberto Conte. Il suo nome era finito nel dimenticatoio della politica regionale dopo mesi, anzi anni, di discussioni sulla sua controversa figura di politico. Poi, d’improvviso, un giudice, uno della categoria che ha associato il nome di Conte alla criminalità organizzata, decide il suo reintegro all’interno del parlamentino regionale. Cori di proteste, imbarazzo evidente anche nel centrodestra col presidente del Consiglio regionale Paolo Romano allarmato per un precedente del genere, con il consigliere Sommese, primo dei non eletti che dovrà cedere il posto che ormai riteneva legittimamente suo e che prepara già con i suoi avvocati il ricorso. Ma chi è Roberto Conte? E perché è considerato un «camorrista»? Eletto per la terza volta alle Regionali 2010 con 12mila preferenze, la sua elezione fu congelata in seguito ad una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Tutto comincia nel gennaio 2008: a Conte viene recapitato un avviso di garanzia per l’indagine concernente i suoi presunti rapporti con la malavita, con tanto di ipotesi di voto di scambio. Poche settimane prima, nel dicembre 2007, viene iscritto nel registro degli indagati relativamente ad un’inchiesta su una serie di appalti di servizi interni al Consiglio regionale, con il coinvolgimento di imprenditori e di alcuni dipendenti pubblici. Infine, nel febbraio del 2008, arriva per Conte un’altra maxi-inchiesta napoletana, denominata «affitti d’oro», riferita a presunte irregolarità connesse ai contratti di affitto di alcuni edifici utilizzati dal Consiglio regionale. Conte era esponente del Pd durante l’era Bassolino, poi sopraggiunsero la sospensione e il divorzio dai democrat. Trainato da una lista civica che appoggiava il governatore Caldoro e dai suoi 12 mila voti, approda solo oggi in Consiglio. Con l’aiuto di una sentenza che – c’è da scommetterci – lascerà strascichi e polemiche per lungo tempo.

                                                                                                                                 Antonio Averaimo

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