Il Gazzettino vesuviano | IGV

A la garconne.

Giacca e pantalone, camicia e gilet. Non è solo di sera che l’eleganza femminile può essere sottolineata dai classici dell’abbigliamento maschile. Anzi, per il giorno la donna si impossessa con disinvoltura di un capo che del guardaroba dell’uomo è simbolo e , in un certo senso, vizio: la camicia, feticcio di moda e, quanto a ingombro nella cabina armadio, il corrispettivo delle scarpe di lei. La forma è tradizionale, ma i dettagli diversi la rendono più estrosa. Da indossare con pantaloni maschili o shorts- Max Mara -. O da coordinare con i leggings o i jeans. L’importante è portarla con allure. Sempre un pò sbottonata, fintamente disordinata, ma comunque ben stirata. Anche con i polsini svettanti e il colletto un pò alzato. Bianca o azzurra, può essere stretta in vita da una cinturina di cuoio molto semplice o infilata su una T-shirt bianca. Il tocco in più? Gli occhiali da vista, per un glam da intellettuale.

Mood  quotidiano dunque, per la garconne che ha calcato le passerelle invernali: dai mannish coats ai total look ereditati dal mondo maschile, vedi Chloè,  alle giacche oversize, per esempio di Hussein Chalayan, che racchiudono nella loro extra size tutto  lo sportswear urban chic di New York mixato con capi di felpa, ai pezzi decostruiti in tema di Antonio Berardi o Richard Nicoll , fino ai tessuti tradizionali come il Principe di Galles, usato da Marc Jacobs per i classici tre pezzi ,  senza dimenticare la cravatta e ai piedi francesine o slipper shoes, dall’impronta dandy.

Look androgino e pulito per silhouettes rigorose, quasi monacali,  quello visto invece sulla passerella dello stilista madrileno David Delfin  : camicie bianche, capi sovrapposti dove i singoli dettagli diventano i protagonisti di inaspettate declinazioni (vedi le tasche sovrapposte trasformate in cintura). Il tutto condito da decise tonalità giallo ocra alternate a stampe geometriche.

Tripudio di sensualità fatale per il completo gessato con giacca ad un bottone portato a pelle di Jil Sander.

Come singoli capi, i “maschili” possono essere anche solo accenti di stile su outfits tradizionali: il gilet su pantaloni inequivocabilmente femminili, le camicie su gonne corte a pieghe più preppy che manstyle.

Pezzi basici: dalla camicia bianca, meglio se con piccolo colletto (jabot o diplomatico), ai pantaloni di taglio maschile, ampi e sottili, per lo più a vita alta (da stringere magari con una cinturina sottile, sempre maschile).

Consigli: con le giacche dalle proporzioni ampie, ideale è l’abbinata con camicie bianche, miniskirt o shorts, con calzini e stringate maschili.

Per sdrammatizzare ( leggi “allure” old) i completi tailleur nei tipici tessuti di lana, risulta bello (e vincente)  il tocco di una denim shirt delavè più cravatta.

In versione total look, questi pezzi,  alludono ad una personalità decisa e poliedrica. Come quella prospettata da Coco Chanel, artefice di aver dato  potere di libertà alle donne tramite le sue creazioni.

Senza dimenticare donne come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Katerine Hepbun che hanno fatto degli elementi maschili gli stilemi riconoscibili e indiscussi del proprio guardaroba, contribuendo al cambiamento d’immagine femminile nel XX secolo. Ma ora è soprattutto questione di stile, non ideologica come fu negli anni Venti in poi. Le maschiette di oggi non si rifanno più né a Jeanne Moreau, né a Louise Brooks. Non cercano affermazione sociale e politica, ma assomigliano più a fashion addicts che vogliono dimostrare il loro senso della moda versione (rubata)  boyish.

M.Chiara D’Apolito

 


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