Essere donne, ancora oggi nel 2011, può portare ad essere discriminate, a lottare più di quanto la stessa vita imponga, solo perché si indossa una gonna, o più semplicemente perché si è mamme e quindi “poco” credibili dal punto di vista lavorativo. Fortunatamente “il gentil sesso” è più agguerrito che mai,e dopo anni di lotte sociali, continua a dimenarsi per ottenere ciò che è lecito, parità di diritti ed opportunità, che spesso noi uomini cerchiamo di negare con fare da “padre padrone”. Per ricordare tutto ciò, ogni anno l’otto Marzo è dedicato alle donne,una data si simbolica,ma dal forte valore morale ed ideologico. Una festa però che nel corso del tempo si è allontanata sempre più dall’obiettivo per cui era stata istituita,dimenticando progressivamente i sogni e le speranze che l’animavano per abbracciare la” fede” del consumismo e delle speculazioni economiche. Questo piccolo percorso di “riscoperta” del vero significato della “Festa della donna”, ha avuto inizio al I Circolo Didattico di Boscoreale, dove tra canti popolari e poesie di autrici note e non, si è cercato di ridare lustro ad una festa che con il passare del tempo si era man mano offuscata. Per l’occasione, abbiamo intervistato il dirigente scolastico del I Circolo Didattico di Boscoreale Patrizia Porretta.
Nei secoli la figura della donna è stata in un certo bistrattata, ma dopo anni di lotte ha raggiunto un livello di dignità e rispetto che erroneamente le erano state negate: come vive questa crisi di valori che ha coinvolto soprattutto il mondo femminile in questo ultimo periodo?
Lo vivo malissimo soprattutto dal punto di vista di educatrice, anche perché nella scuola pubblica si lotta ogni giorno per la formazione morale degli alunni, e vivere certe situazioni anche se indirettamente, fa davvero male.
Lei crede che una donna ancora oggi nel 2011 per emergere nel mondo del lavoro, debba ricorrere a compromessi a causa di prevaricazioni sessiste?
Io credo fermamente nel lavoro e nelle capacità delle donne, e credo che la strada da seguire è quella dell’affermazione mediante le proprie capacità e la competenza lavorativa.
Proiettandosi nel futuro, come immagina la figura della donna sia in ambito sociale che lavorativo?
Prevedo un futuro roseo e soprattutto credo che noi donne dobbiamo scoprire il coraggio della verità.
Raffaele Criscuolo