Castellammare, Giovane Italia: “Sì all’hotel a Quisisana, ma museo a Villa Gabola”

L’idea del Sindaco Bobbio di Trasformare la Reggia di Quisisana in un Hotel di lusso non è nuova alla città e sotto certi aspetti è anche condivisibile. In primo luogo l’edificio è stato ricostruito  quasi da zero e quindi l’importanza monumentale diventa in parte relativa. Inoltre esistono dei precedenti in Europa: nella Valle della Loira, in Francia, molti castelli sono stati destinati a tale uso, uno fra tutti: Chateau De La Barre, importante reggia del IX Secolo che fu anche dimora di Guglielmo il Conquistatore.

Tuttavia crediamo che esistano sia le possibilità che gli spazi per la creazione di un museo archeologico: con un adeguato ammodernamento Villa Gabola e il suo edificio potrebbero essere impiegati a tale scopo ed in modo sicuramente più fruttuoso rispetto alla Reggia di Quisisana senza produrre passivo di bilancio per le seguenti ragioni:

1)      Il Casino Reale come destinazione museale è difficilmente raggiungibile, sia dalle stazioni ferroviarie, sia dalla maggior parte degli alberghi stabiesi, sia da quasi tutte le scuole. Sono inoltre molto poche le fermate degli autobus nelle vicinanze della reggia e, comunque, coloro che volessero raggiungerla con i mezzi pubblici sarebbero costretti a percorrere una lunga salita. Buona parte dei siti di interesse culturale della provincia di Napoli devono la loro fortuna anche alla vicinanza di stazioni ferroviarie (vedi scavi di Pompei ed Ercolano o le ville del Miglio D’oro). Villa Gabola infatti è a 100 metri dalla stazione di Via Nocera e quindi è molto più facile da raggiungere. Non dimentichiamo inoltre che proprio davanti ai suoi cancelli sono presenti più fermate ASM.

2)      La vicinanza a tali infrastrutture, unita ad un minimo di pubblicità, favorirebbe da sola un maggior numero di entrate rispetto alla Reggia di Quisisana, ma non è finita. La tanto criticata affermazione del ministro Tremonti “con la cultura non si mangia”, nasce dall’idea ormai superata di museo come cattedrale della cultura dove bisogna entrare in religioso silenzio e apprezzare gli oggetti esposti. In realtà un museo può essere molto di più. Si potrebbero creare percorsi multimediali (vedi MAV di Ercolano), laboratori per scuole elementari, mostre di interesse demoetnoantropologico (ovvero tutto ciò che riguarda la popolazione locale e il suo sviluppo). Si potrebbero anche allestire mostre temporanee di interesse scientifico  (si pensi alla mostra su Leonardo da Vinci che si è tenuta recentemente a Sorrento), e in più si potrebbe adibire una sala a centro congressi o, considerando gli ampi spazi di Villa Gabola,  si potrebbero realizzare concerti e spettacoli rispettando allo stesso tempo l’essenza iniziale del museo archeologico. L’importante è anche investire su professionalità creative che, in qualità di curatori museali, sappiano lanciare a livello di marketing una tale struttura.

Nell’eventualità in cui la reggia di Quisisana dovesse diventare un albergo di lusso, si ci potrebbe auspicare che i proventi vengano utilizzati per investire nella realizzazione di un contenitore culturale di cui la nostra città ha indubbiamente bisogno.

 

Tuttavia, un’altra valida alternativa, qualora non fosse fattibile la prima, sarebbe la creazione di un polo universitario che occupi quanto più spazio possibile all’interno della reggia. Non ci riferiamo solo alla scuola di restauro della Suor Orsola Benincasa di cui tanto si è parlato, ma anche di un’eventuale altra università. E’ una cosa fattibile, se si pensa che già la Reggia di Portici oggi ospita la facoltà di agraria della Federico II. Ad ogni modo, in un’eventualità del genere va considerato che i costi di manutenzione potrebbero leggermente aumentare.

 

La Giovane Italia auspica di poter instaurare un’occasione di confronto con la cittadinanza e con le varie parti che sono intervenute recentemente nel dibattito, sia per poter chiarire tutte le posizioni, sia per poter arricchire la quantità e la qualità di opzioni proponibili all’attenzione dell’amministrazione comunale.

 

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