Nola: Unità d’Italia, monsignor Depalma scrive ai giovani

Monsignor Beniamino Depalma vescovo di Nola scrive un messaggio ai giovani della diocesi invitandoli a festeggiare con senso critico e animo vigile sul passato, presente e futuro, la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. “Polemiche e retorica – scrive il vescovo di Nola – hanno provato a stritolare questa data, togliendoci anche il diritto di rifletterci sopra con serenità. Sottraendoci  a  questa  morsa,  però,  due  domande  sincere  possiamo  farcele.  La  prima: siamo  davvero  “fratelli  d’Italia?”.  La  seconda:  siamo  “desti”,  così  come  ci  invita  il  nostro inno?” C’è sempre il rischio che alcune ricorrenze e celebrazioni siano costruite intorno alla nostalgia. Che si festeggino alcune date solo per un dovere formale. Che si usino, in queste circostanze, solo vuote frasi retoriche. Insomma, ci sono momenti, nella vita del Paese, che sembrano fatti apposta per tenere alla larga i giovani. ”La storia è zeppa di contraddizioni – continua il presule – identità, territori e personalità contrapposte. Le ricostruzioni dei libri di scuola talvolta non rendono conto degli aspetti più problematici e complessi. L’unità d’Italia non è stata una cavalcata trionfale. Non è stata nemmeno una passeggiata in un mare di consensi. Ma le due domande che prima vi ponevo non sono legate ai fatti storici, quanto all’attualità”. “Vorrei affidare ciascuno di voi – conclude Depalma – ad alcuni esempi di tre persone, giovani fuori e dentro, che con la loro vita hanno espresso il meglio della nostra cultura nazionale: estro, generosità, dono di sé… Pier Giorgio Frassati, giovane di ottima famiglia torinese, dava il meglio di sé nella semplicità dell’amicizia e nell’amore (segreto) per i poveri; Rosario Livatino, giovane magistrato, fu così innamorato della giustizia e della verità da andare incontro alla morte; don Peppino Diana, giovane sacerdote, che «per amore del suo popolo» non seppe e non volle tacere le ingiustizie della camorra.”

Pasquale Annunziata

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