San Giuseppe Vesuviano: città del commercio, della zeppola o dei fanghi tossici?

Tutto ha inizio qualche settimana fa. Per bocca dei commissari prefettizi, chiamati in città per ristabilire l’ordine dopo lo scioglimento per infiltrazione camorristica, la città di san Giuseppe vesuviano viene alla conoscenza del fatto che il 30 marzo 2011 il sito di stoccaggio costruito in gran segreto dalla passata amministrazione, comincerà a funzionare. Parliamo di una zona individuata presso via Martiri di Nassirya, atta ad ospitare un sito temporaneo di stoccaggio di fanghi inquinati provenienti dal canale Bottaro-Fienga di Scafati e dal bacino del Sarno. La decisione è a firma del commissario per il Sarno, il generale Roberto Jucci, che ebbe carta bianca ad autorizzare il sito a San Giuseppe dalla passata amministrazione di Antonio Agostino Ambrosio. Un accordo, tra il generale Jucci e la disciolta amministrazione comunale, che prevede la bonifica di Vasca Pianillo da un lato, e il sito di stoccaggio dall’altro. Una sorta di “dare-avere” che non è andato giù alla cittadinanza, che appena venuta a conoscenza del fatto si è subito organizzata e impegnata per opporsi a questa decisione. Così è nato il Coordinamento Ambientale di San Giuseppe Vesuviano, costituito da rappresentanti della società civile di ogni colore politico e di ogni estrazione sociale. Al Coordinamento hanno aderito anche le seguenti associazioni e partiti politici: Ambiente 21, Jamm, Radici e Futuro, Cittadinanza Attiva per San Giuseppe Vesuviano, Piano del Principe, Caritas, Collettivo Vocenueva, I Ricicloni, Pd, Giovani Democratici, PdL. Secondo il Coordinamento Ambientale, il Comune di San Giuseppe Vesuviano vive da molti anni una situazione di grave disagio ambientale legato a diversi problemi e la proposta del generale Jucci risulta inaccettabile perché l’iniziativa determinerebbe un aggravamento della condizione di emergenza preesistente. Pur condividendo le preoccupazioni del Coordinamento, i commissari prefettizi sono certi che “l’offerta” di Jucci non è da buttare per due motivi: uno perché il Comune, da solo, non avrebbe i soldi a disposizione per la bonifica di Vasca al Pianillo (inserita nel progetto); due, perché sono state date le massime garanzie sullo stoccaggio provvisorio dei fanghi all’interno del territorio. Il Coordinamento però non ci sta, e da subito si è messo a lavoro per intraprendere tutta le iniziative del caso. Al suo interno si è costituito un gruppo tecnico, costituito da medici, tecnici e avvocati che lavorano alle iniziative più tecniche e burocratiche da intavolare. Nei giorni scorsi, il Coordinamento Ambientale ha diffidato il Comune di San Giuseppe Vesuviano e l’Alto Commissariato per la Bonifica del Sarno ad interrompere il progetto di vagliatura e selezione dei fanghi inquinati del canale Bottaro-Fienga di Scafati nell’area attrezzata di via Martiri di Nassiriya.

I motivi sono molteplici fra cui la mancanza di documenti ufficiali nella documentazione consegnata al Coordinamento da Jucci, assenza di relazioni tecnico scientifiche riferite al lavoro da fare. Inoltre, il Commissariato prevede di portare nel sito 400 tonnellate al giorno di materiale per una massa complessiva pari a circa 18mila tonnellate, e non specifica dove saranno depositati i materiali selezionati alla fine del ciclo industriale. Ma il principale problema sollevato da associazioni e cittadini è la totale mancanza di trasparenza sia da parte del commissario Jucci che da parte dell’ex Amministrazione Ambrosio che nonostante abbia partecipato a più conferenze di servizio non ha mai ritenuto opportuno informare i cittadini sui lavori da fare.

La discussione sulla strategia da seguire è stata lunga e laboriosa ed ha prodotto già dei distinguo fra le tante anime che formano il Coordinamento, ma su una cosa sono tutti d’accordo, e cioè  della necessità di bonificare immediatamente la Vasca al Pianillo con la deviazione delle fogne cittadine al depuratore di Angri. D’altro canto è da registrare la forte opposizione del Coordinamento ad ospitare i fanghi da stoccare. I membri del gruppo tecnico del coordinamento, dopo aver atteso 16 giorni per aver accesso alla documentazione relativa al progetto di realizzazione ed uso dell’area di stoccaggio e trattamento fanghi sul territorio comunale, ha evidenziato un’accentuata approssimazione con la quale è stato condotto tutto l’iter procedurale. Da un’analisi attenta della documentazione ricevuta dall’Alto Commissariato, sono evinte gravi inadempienze tecniche e incongruenze nella progettazione dell’impianto e nella definizione della filiera di trattamento dei fanghi inquinanti. Detti fanghi sono costituiti da metalli pesanti, amianto, scarti di lavorazione industriale, rifiuti da attività agricole o derivanti da attività di demolizione, costruzione e scavo, oltre a tutto quello che di illegalmente viene sversato nel bacino del Sarno di cui non si è a conoscenza. E’ da segnalare inoltre,che nel territorio vesuviano, l’incremento delle patologie tumorali e leucemiche è divenuto una costante terribile nelle famiglie della predetta zona.

Pasquale Annunziata

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