Una protesta calma e silenziosa ma che non ha, sicuramente, lasciato indifferenti. Venerdì scorso un folto gruppo di persone dell’Ambulatorio di Agopuntura e Fitoterapia dell’ospedale “San Paolo” Napoli si sono dirette ad una conferenza all’interno dello stesso nosocomio per sottoporre la problematica della chiusura dello sportello al presidente della V commissione regionale “Sanità” Michele Schiano. Bisogna ricordare, infatti, che una recente normativa regionale rischia di far chiudere definitivamente l’ambulatorio di medicina non convenzionale, nonostante le tantissime persone servite ogni giorno. Al presidente Schiano i manifestanti, con tanto di “garza bianca” al polso come simbolo della protesta, hanno consegnato le firme raccolte contro la chiusura dell’ambulatorio.
Nonostante la proroga di undici giorni, ottenuta a seguito di una lunga ed estenuante lotta morale, staff ed assistiti dell’Ambulatorio di Agopuntura e Fitoterapia, diretto dal professor Ottavio Iommelli, non si dicono soddisfatti. “Ottenere una proroga – ha spiegato Iommelli – significa calmare le acque e darci un po’ di fiato. Ma la nostra battaglia si concluderà solo quando tutta questa vicenza sarà accantonata e l’Ambulatorio tornerà a funzionare serenamente!”. Proprio in occasione della scadenza della dilazione, dalle file “alternative” di via Terracina è partita l’ultima marcia verso il conseguimento dei propri diritti. Un folto gruppo di pazienti, funzionari e studenti dell’Ambulatorio si sono mossi, all’interno dello stesso presidio, armati di volontà ed una simbolica garza bianca legata al polso, per raggiungere il quarto piano del nosocomio, dove, nel reparto di Pediatria, era in atto una conferenza relativa ai due anni di funzionamento dello sportello antiviolenza dello stesso Ospedale. Al meeting erano presenti vertici politici della Campania, tra cui il procuratore capo della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore ed il presidente della V commissione regionale Sanità Michele Schiano. “Quando abbiamo bisogno delle istituzioni, non ci sono mai! – ha dichiarato amareggiata una paziente – Quindi, se non si muovono per incontrarci, andiamo noi dai loro! Per loro è più importante presenziare ad una conferenza, anziché scervellarsi sul tracciare le sorti del nostro ambulatorio”. Così il “popolo della garzina bianca” si è mosso sino alla sala conferenze al cui tavolo sedevano esponenti politici pronti a vantare il biennale successo dello sportello sociale di Fuorigrotta. Silenziosi e non disturbatori i manifestanti si sono mischiati tra i presenti ascoltando e partecipando al congresso, portando sempre sul polso il loro segno di riconoscimento, e pronti ad uscire presto “allo scoperto”. L’occasione si è offerta loro nel momento in cui ha preso la parola il presidente Schiano. Un repentino cenno d’intesa e una rappresentante del comitato manifestante si è scostata dalle file del pubblico mettendo in luce la loro presenza, interrotta qua e là da qualche personaggio a cui la cosa non andava a genio. Nella medesima sede sono state consegnate allo stesso Schiano le 4mila firme raccolte durante la petizione contro la chiusura dell’ambulatorio. Ermetica e sottile la risposta del presidente che si è limitato ad un “vedremo” seguito da un “si vedrà…”. Cosa vi aspettate dopo questa protesta? “Non ci aspettiamo niente – hanno risposto i rappresentanti della protesta – semplicemente vogliamo che questo ambulatorio non chiuda. E’ un nostro diritto scegliere quale linea terapeutica seguire e non è giusto che loro ci obblighino a curarci con i farmaci sintetici che oltre a farci male portano soldi alle case farmaceutiche…e quindi anche a loro. Chiudere una struttura simile significa gettare la salute di oltre 3mila paziente in mezzo ad una strada, mandarli allo sbaraglio. E che ne sarà di tutte queste persone? Saranno costrette a ritornare nelle mani della medicina ufficiale, oppure, se intendono continuare a curarsi naturalmente, saranno costretti ad affidarsi a strutture private”. Perché questa garza al polso? “Si tratta solo di un simbolo, che non vuole indicare la nostra resa, ma sottolineare la nostra presenza. La garza bianca è stata scelta come segno comune per tutti gli amici vicini a questo ambulatorio che stamattina hanno deciso di farsi sentire e vedere. Ci tengo a ricordare che questa protesta è partita proprio da tutte le persone a cui questa struttura sta a cuore. Iommelli ha espressamente deciso di non partecipare, e come lui anche lo staff, appunto per mostrare che siamo noi cittadini a non volere questa chiusura, e non si tratta solo di una protesta per non perdere il posto di lavoro”.
Giuseppe Annunziata