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Sant’Anastasia, mostra di pittura di Domenico Rea

Sant’Anastasia – Con il bicentenario si potrebbe dire che sia esplosa la voglia d’arte. Un fermento sempre crescente, che vede in questi giorni la Biblioteca Comunale di via Arco riproporsi come uno dei centri dell’interesse del paese e luogo privilegiato per valorizzare gli artisti locali. E’ stata, infatti, organizzata – dal 19 al 31 marzo – la personale di pittura del M° Domenico Rea, inaugurata ieri sera in presenza del Sindaco Carmine Esposito, del dott. Luigi De Simone e della prof.ssa Lucia Aiello, rispettivamente regista e curatrice storica degli eventi del bicentenario, del Presidente del Consiglio, Lello Abete, dei consiglieri comunali Lucia Barra, Giorgio De Filippo, Franco Rea, Vincenzo Romano.

Una mostra particolare, che cade nel cinquantesimo anno artistico del pittore anastasiano, noto in Italia e all’estero, caratterizzata dall’esposizione di quadri nati dallo sviluppo del suo percorso creativo, giunto, dagli ultimi anni di dipinti a sfondo sociale e mosaici, ad una essenzialità tale che, come nei primi quadri 2011, l’opera è l’insieme di una sola linea ininterrotta contenente tratti formati dall’utilizzo in maniera sempre diversa dello stesso pastello.

“Da neofita posso dire che questa mostra la trovo eccezionale. Credo voglia significare molto – afferma il consigliere comunale Franco Rea – ciò che ho avvertito guardando le opere esposte. A prima vista colpiscono i colori, la luce di ogni quadro. Sono un insieme di materia che nei colori, negli accostamenti, nelle forme, non danno fastidio. Anzi posso dire che mi hanno trasmesso armonia e serenità interiore. Se questo è una delle possibili chiavi di lettura della mostra del M° Rea, allora invito tutti a visitarla perché ne vale la pena”.

Domenico Rea ha dipinto nei suoi quadri la memoria ed il quotidiano, intriso di speranza; essi generano forme e figure come mosse da un solo filo, per ridare spazio alla fantasia ed al sentimento, ma anche alla natura, le cui scene vivono nell’esaltazione pittorica di materiali scelti tra i più umili.

L’arte viva ed espressiva di Rea, che col passare del tempo ha perfezionato e modificato il suo stile, riesce con abilità a comunicare i sentimenti celati nel suo animo, dando in tal modo non solo un contenuto ma uno spessore profondo ai dipinti.

Rea ci riporta agli anni bui della Patria con scene crude e realistiche. Le varie composizioni, nell’equilibrio tonale e grafico, esprimono i contrasti, i conflitti e le violenze del nostro tempo in una forte carica drammatica. Ci addolcisce, poi, con la sua pittura ricca di colori, dove traspare l’amore dell’artista per la sua terra e per i suoi “discepoli”: gli alunni. Traspare nelle linee, nella profondità degli spazi, un’armonia, un desiderio di vita, un superamento stesso della realtà conflittuale, sfociante in valori spirituali veri e duraturi.

L’obiettivo della personale è dare visibilità ai portatori di valori, come i pittori. Occorre rieducarci ad essere costruttori e testimoni della nostra storia, come spesso ripetuto dal Sindaco e dal dott. De Simone durante il bicentenario, a “perderci” nei colori di un quadro per ritrovare noi stessi. Della mostra rimarrà una traccia, un depliant voluto dall’Amministrazione comunale, un quadro… e tutto quanto osservare le sue opere ha provocato in ciascuno.

Con Rea vivono oggetti umili nelle sue nature morte; si armonizzano tra loro pezzi di cartoncino colorato con il linguaggio delle linee rette; si attualizzano di pari passo con la sua mutazione artistica i tratti dei pastelli. Nei lavori fatti coinvolgendo gli alunni “per far sorridere i bambini” e interessarli alla pittura, la materia prende forma, contenuto e anima creando una mirabile trasposizione tra realtà e finzione.

E ancora ritorna… l’esplosione delle forme e dei colori, la loro vivacità, la capacità di far vivere la materia, di dare ai volti e alle scene una luminosità impressionante e decisa.

In un mondo, dove tutto sembra riportare alla desolazione, le opere guardano oltre l’ostacolo che si apre dinanzi a loro, segno di speranza che non deve morire.

E’ l’ottimismo dell’artista, è anche la sua gioia di vivere, perché legato a valori che “vivono” nella sua opera e danno un senso divino alla bellezza.

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