Guerra in Libia: a Nisida il comando delle operazioni nel Mediterraneo

 

(Foto Genny Manzo)
(Foto Genny Manzo)

Il comando delle operazioni di guerra in Libia sarà localizzato a Napoli, ma non a Capodichino, come era stato deciso in un primo momento. Con la Nato a guidare le manovre, è stato individuato come centro del comando l’isolotto di Nisida, sede del Quartier Generale della Componente Marittima, sotto l’egida dell’ammiraglio della Us Navy James G. Stavridis.

La decisione assunta dal Consiglio Atlantico, dunque, sembra risolvere l’impasse diplomatico in cui erano piombati i paesi che nelle scorse ore avevano condotto le prime operazioni militari, tra cui Usa, Francia, Regno Unito e Italia, e il cui coordinamento era stato temporaneamente affidato, almeno per quanto riguarda le operazioni navali, alla Sesta flotta americana di stanza a Gaeta con la nave ammiraglia “Mount Whitney” e a Capodichino, con il centro di coordinamento. Le unità navali della Nato saranno impiegate prevalentemente in operazioni di embargo e antiterrorismo nelle acque del Mediterraneo centrale. Non è ancora noto quali e quante unità prenderanno parte all’operazione, ma è ipotizzabile che possa venire utilizzato il naviglio afferente ad una delle due forze di reazione rapida (Nrf) coordinate dal centro partenopeo. E’ bene ricordare, inoltre, che il comando componente di Nisida ricopre una funzione di primissimo nel Mediterraneo, poiché oltre ad essere direttamente dipendente dal Comando congiunto alleato di Bagnoli, guidato dall’ammiraglio Locklear comandante in campo anche della Sesta flotta, ha il compito di monitorare 24 ore su 24 tutte le movimentazioni navali in corso nel Mediterraneo, sia in chiave antiterroristica che, in questo caso, in chiave operativa.

L’ammiraglio Rinaldo Veri, durante la conferenza stampa al Join Force Commande della base Nato di Nisida a Napoli, dando il via all’operazione “Unified protected” ha spiegato che “le operazioni di embargo della Nato saranno finalizzate al blocco di ogni eventuale minaccia o nave in transito per la Libia”. L’ammiraglio ha poi specificato che l’embargo potrebbe diventare “severo” e che si potrebbe arrivare “fino all’abbordaggio forzato delle navi che non si fermeranno”. L’embargo inoltre sara’ portato avanti in coordinamento con il naviglio civile. “Noi agiamo in supporto dell’Onu, della risoluzione 1973 che autorizza ogni intervento per rendere efficiente l’embargo – ha aggiunto Veri -. Al momento posso dire che tutte le forze unite sono Italia, Usa, Canada, Turchia, Grecia e Gran Bretagna. Quanto al contenuto dell’operazione iniziata ieri al momento non posso dire che cosa e’ stata intercettato: formalizzeremo i risultati delle operazioni appena sara’ possibile”. Da ricordare che la forza navale e’ cosi’ composta: nave ammiraglia italiana, dieci fregate (quattro turche, una canadese, una spagnola, una britannica, una greca, una italiana e una americana), tre sottomarini (uno italiano, uno spagnolo e uno turco) e due navi d’appoggio (una italiana e una turca).

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