Dopo la concessione da parte della banca del mutuo di dieci milioni di euro, siamo in una fase cruciale dell’intera operazione. Per questo motivo avevo invitato i partiti di opposizione, a prender parte, con le loro proposte, ai processi gestionali e amministrativi relativi alla reindustrializzazione dell’ex Alcatel, in nome di quel principio di trasparenza e condivisione da sempre auspicato e perseguito da questa amministrazione. Avevo altresì aperto le porte del C.d.A. e del Collegio dei Revisori della società Scafati Sviluppo ad un loro esponente, nominato e condiviso da tutti e invitato il presidente della commissione Garanzia a presenziare ad ogni riunione del C.d.A. della Stu, affinchè controllasse i passaggi amministrativi presenti e futuri della società. Anche in passato, alla mia richiesta di un nome unico, condiviso da tutti, per il collegio dei revisori, non furono in grado di mettersi d’accordo.
L’opposizione, ancora una volta assente, ha perso l’occasione di ragionare in maniera pacata e serena sul futuro dell’ex Alcatel. L’unico consigliere comunale ad essersi presentato puntuale all’incontro, convocato dal sottoscritto, è stato Espedito De Marino. La loro presa di posizione, però, non mi spaventa. Il progetto, infatti, andrà avanti, alla luce dei vantaggi economici e delle opportunità occupazionali che la reindustrializzazione comporterà per la città di Scafati. Un’operazione di circa 33 milioni di euro, dei quali 28 sono già stati venduti a imprenditori e professionisti fiduciosi nell’azione di questa gestione amministrativa. Resto, pertanto, della convinzione che sia opportuno aprire anche a chi, fino ad oggi non ha condiviso e supportato il progetto, poiché l’opera in questione non appartiene al sindaco ma a tutta la città. Non vorrei che, come per il Puc, l’opposizione non si fosse presentata per riservarsi la possibilità di attaccare questa amministrazione sulla trasparenza e la democrazia, strumentalizzando, ancora una volta, le scelte del C.d.A. e dell’amministrazione, in questi mesi impegnate assiduamente e con grandi sacrifici a trasformare in risorsa, quella che per la vecchia politica, era solo una palla al piede.