“Da componente della Commissione parlamentare antimafia non ho mai visto un sindaco tenere, suffragato da evidenti elementi documentali, un comportamento talmente trasparente e intransigente in materia di antimafia come quello tenuto dal sindaco Annarita Patriarca in relazione all’appalto per il recupero dell’ex Monastero di San Nicola Dei Miri. E questo nonostante il Comune e quindi il sindaco non avesse alcuna competenza in ordine ad un appalto effettuato e gestito dalla Tess, ossia da un ente diretto e controllato da un esponente del Pd. Lo stesso partito che ora sommerge con accuse infondate e assurde a mezzo stampa l’amministrazione Patriarca”. Lo ha dichiarato il senatore Carlo Sarro, componente della Commissione antimafia intervenendo ad una conferenza stampa convocata dal primo cittadino gragnanese nell’aula consiliare. “Il sindaco Patriarca, infatti, pur non avendo alcun titolo in ordine all’appalto in questione perchè è stato completamente effettuato dalla Tess, controllata da esponenti del Pd, ha messo in guardia con una diffida scritta la Tess dall’adottare una procedura poco convincente, ha comunicato con delle riservate alla prefettura di Napoli dubbi sulla gara, una volta che la gara è stata aggiudicata dalla Tess ha inviato altre riservate alla Tess e alla Prefettura denunciando che la ditta aggiudicataria, da verifiche semplicemente svolte in internet era quando meno sospetta, ed infine ha denunciato tutto alla Procura di Torre Annunziata affinchè fossero perseguiti eventuali reati. Inoltre l’amministrazione Patriarca, che ha vinto le elezioni con oltre 2000 voti di scarto, non ha nulla a che vedere con un episodio di presunti brogli contestati per poche schede a delle persone che, se condannate, risponderanno personalmente delle loro azioni”.
Ad inizio di conferenza stampa era stato lo stesso sindaco Patriarca a mostrare la documentazione relativa all’appalto per 14 milioni di euro di Fondi Europei gestiti dalla Tess sull’ex monastero di San Nicola dei Miri senza che il Comune avesse alcun titolo in merito e su cui ora, stando ad indiscrezioni di stampa, sarebbe in corso un’indagine della Dda di Napoli per sospette infiltrazioni comorristiche nell’appalto. Ecco i documenti esibiti e che possono essere visionati presso il Comune:
1)Riservata inviata in data 28 aprile 2010 al prefetto di Napoli Pansa con cui si chiedeva attenzione sulla gara d’appalto che la Tess aveva indetto e si chiedeva che la stessa fosse svolta dalla Stazione unica appaltante della Prefettura
2)Dopo l’aggiudicazione della gara alla ditta “Mastrominico” dell’area aversana da parte della Tess, nonostante le segnalazioni in senso contrario del Comune di Gragnano, diffida scritta alla Tess e ulteriore segnalazione alla prefettura di Napoli in quanto la ditta risultava coinvolta nello scioglimento per infiltrazione comorristica dei Comuni di Gricignano d’Aversa e Villa Literno
3)Segnalazioni circa l’esistenza di liberatoria antimafia sulla ditta in questione da parte della Prefettura di Caserta ma non di quella di Napoli che invece forniva informativa di senso opposto.
4)Infine denuncia formale di tutta la vicenda nel gennaio scorso alla Procura competente di Torre Annunziata in ordine a tutta la vicenda.
Nel corso della conferenza stampa il sindaco Annarita Patriarca ha denunciato che “è evidente che è in atto un tentativo di delegittimazione da parte del Pd, per una becera strumentalizzazione politica, dell’amministrazione da me guidata per giungere ad un scioglimento del consiglio che annulli, nelle speranze dei miei detrattori, quanto legittimamente scelto dall’elettorato. Ma se la senatrice Teresa Armato che annuncia interrogazioni in proposito ha tanto a cuore l’appalto dell’ex convento di S. Nicola dei Miri può chiedere lumi agli esponenti del suo partito, il Pd, che tale appalto hanno gestito, attuato e portato avanti tra mille sospetti, come da me denunciato ad ogni livello nel corso degli ultimi mesi. Oppure devo ritenere che a qualcuno incomincia a fare paura l’azione di legalità con cui la mia amministrazione, cosa non fatta negli ultimi anni, ha fatto abbattere la casa abusiva del capo del clan Di Martino, ha agito nei confronti di attività commerciali collegate a tale clan, ha affidato alla Stazione Unica Appaltante della Prefettura tutte le opere pubbliche eliminando sul nascere, a differenza di quanto fatto in passato, ogni possibilità di ingerenza nei lavori pubblici da parte della criminalità organizzata. Ed inoltre, in ordine a pressioni per autorizzare l’apertura di un distributore di benzina della famiglia Cosentino sul territorio comunale faccio presente che non esiste alcuna autorizzazione o richiesta in tal senso. Sul territorio comunale c’è solo un distributore trasferito in una località più idonea e un’autorizzazione per l’installazione di un impianto ad una società di Napoli che non ha nulla a che vedere con la famiglia Cosentino. Quindi solo fango, calunnie e montature, alimentate da valanghe di lettere anomine, che dimostrano come i miei avversari politici non sappiamo trovare altri argomenti di confronto”.