Regione, Caldoro: “Tre anni per uscire dalla crisi rifiuti”

Tre termovalorizzatori, oltre a quello di Acerra, e un gassificatore. Queste ed altre misure del piano per i rifiuti presentato dal governatore Stefano Caldoro e dall’assessore all’Ambiente Romano consentiranno di  «uscire entro tre anni» dalla crisi, ha assicurato il governatore. «Diventeremo una regione normale solo quando si concluderà il ciclo, ed il ciclo si conclude con la realizzazione dei termovalorizzatori», ha spiegato Caldoro, che per sottolineare i ritardi della Campania ha fornito i dati (rapporto Ispra) di alcune regioni: l’Abruzzo (un milione di abitanti) ha 6 impianti di compostaggio, 17 discariche, 10 impianti di trattamento; l’Emilia (4 milioni di abitanti) ha 19 impianti di compostaggio, 8 termovalorizzatori, 22 discariche, 12 impianti di trattamento; la Toscana (3 milioni di abitanti) ha 16 impianti di compostaggio, 8 termovalorizzatori, 16 discariche, 16 impianti di trattamento. Il ritardo della Campania è palese nei suoi 10 impianti di compostaggio (tutti privati, tranne quello di Salerno), nel suo unico termovalorizzatore, nelle sue 5 discariche e nei suoi 7 impianti di trattamento. Il piano, «snello e dinamico» (così l’ha definito Romano), ha l’obiettivo di colmare questo divario. I nuovi tre termovalorizzatori saranno realizzati a Napoli, Salerno e Giugliano (per bruciare le ecoballe). In provincia di Caserta è previsto invece il gassificatore. Il piano dovrà passare per il consiglio regionale per essere sottoposto all’ordinario iter legislativo. Romano si è detto fiducioso, ricordando che il piano è stato condiviso con l’Unione Europea e precisando che sarà dotato di una legge di accompagnamento. «Il piano – ha osservato – era necessario, la Regione non ne ha uno dal 1997. Abbiamo inviato a Bruxelles le bozze accettando la regola di condividere e confrontarsi con l’Ue che ha avviato una procedura di infrazione a danno dello Stato italiano». L’attenzione della giunta resta puntata anche sulla raccolta differenziata. Su questo punto Caldoro e Romano sono stati chiari. «Ancora 250 Comuni su 551 sono al di sotto della soglia del 35 per cento», ha detto l’assessore. Romano ha precisato che per i comuni inadempienti saranno nominati commissari ad acta e che l’obiettivo è di raggiungere entro il 2011 il 50 per cento. Per la differenziata si pensa ad un sistema di premialità che invogli i cittadini e a strutture per la lavorazione dell’organico in zone prossime alle città per abbattere i costi di trasferimento che, al momento, arrivano anche a sfiorare le 200 euro a tonnellate. Per incentivare proprio la differenziata, la Regione ha firmato al ministero dell’Ambiente due protocolli di intesa, uno per Napoli, l’altro per  l’intero territorio regionale al di sotto del 35 per cento. Quanto alla nuova emergenza che vede di nuovo i rifiuti nelle strade di Napoli, per Caldoro «è inevitabile se chiudono due discariche su quattro».  Sulla questione rifiuti è intervenuto anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, il quale già alcune settimane fa in una lettera aperta  aveva denunciato l’impossibilità di aprire nuovi invasi nel Napoletano: «Il superamento della provincializzazione dei rifiuti – ha dichiarato Cesaro in una nota – rappresenta l’unica possibilità per la Campania di agganciare la soluzione alle continue crisi. Di fronte all’impossibilita’ oggettiva di ricavare spazi per discariche a Napoli e in provincia, abbiamo accolto il suggerimento lanciato dagli intellettuali e, soprattutto, l’accorato appello pronunciato a più riprese sia dal procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, sia dai capi di altre procure». Intanto, arriva il monito dalla Ue: «E’ necessario agire con la massima celerità. Speriamo di non dover arrivare alla sanzioni finanziarie nell’ambito delle procedure di infrazione già aperte», ha avvertito il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik.

Antonio Averaimo

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano