«Bossi e il Pd hanno siglato un accordo contro il Sud che protegge il sistema di rendita di alcune regioni settentrionali». Così il governatore della Campania Stefano Caldoro giudica il patto trasversale tra Lega e Pd, che ha permesso l’approvazione del federalismo in commissione bicamerale. Senza quest’intesa, il voto dei parlamentari meridionali sarebbe stato determinante. «Così si applica il federalismo senza garanzie per il Mezzogiorno poiché il testo licenziato non prevede l’immediata istituzione del meccanismo perequativo – spiega Caldoro nel corso di un incontro pubblico a Piaggine, provincia di Salerno, per la presentazione di iniziative di promozione del territorio -. Non a caso l’accordo è stato raggiunto con Bersani nella triangolazione Emilia-Lombardia-Veneto. Il federalismo che ci piace è invece quello che stiamo realizzando al Sud, fatto di cose concrete e passi in avanti per lo sviluppo». Per il governatore, «ha vinto il Pd del Nord. A questo punto l’opposizione non ha più nessun peso perché fino a ieri accusava Bossi di essere un pericoloso secessionista mentre oggi si schiera al suo fianco». Poi un appello al suo partito: «Spetta al Pdl, e alle forze politiche che potranno nascere attorno ad esso, il compito di condurre una battaglia nazionale. Dobbiamo dar vita ad un unico baluardo per costruire un federalismo competitivo ed equilibrato». Di fondamentale importanza sarà il ruolo della classe dirigente meridionale, chiamata a impegnarsi attivamente, al di là dei colori politici: «La classe dirigente del Sud deve battere oggi un colpo altrimenti – avverte l’ex ministro socialista – rischia di non avere più la possibilità di farlo». La sfida è dunque «rispondere alla Lega, che legittimamente tutela gli interessi del proprio territorio, con la stessa forza e sullo stesso terreno per garantire il giusto equilibrio». Caldoro inoltre auspica che la questione divenga un punto centrale della campagna elettorale per le prossime amministrative di Napoli: «I candidati sindaci dovranno confrontarsi su questi argomenti che risultano cruciali per il futuro di Napoli e di altre città meridionali». «La partita non è ancora chiusa – precisa – anche se il patto Lega-Pd rischia di produrre gravi conseguenze». Il testo sul federalismo dovrà infatti tornare in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva: c’è ancora tempo, insomma, per «lavorare e prevedere norme che consentano alle Regioni di partire alla pari». Il modello di collaborazione tra le varie realtà del Mezzogiorno è già in atto, basti pensare all’accordo tra Caldoro e il collega pugliese Nichi Vendola per un fronte bipartisan al fine di concentrare le risorse europee – 80 miliardi di euro in 10 anni – in grandi progetti interregionali: l’alta velocità Napoli-Bari, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania e ancora la valorizzazione del sito archeologico di Pompei e la Fondazione Bac (Bari Arte Contemporanea). Le altre battaglie ben note delle Regioni meridionali sono quelle per ottenere più risorse sui trasporti e una modifica dei criteri del fondo sanitario nazionale. L’obiettivo del Sud è inserire tra i parametri gli indici di deprivazione accanto all’età media. Ciò, secondo uno studio del Copaff, consentirebbe alla Campania di recuperare circa 100 milioni di euro all’anno.
Antonio Averaimo