Il Sindaco Aliberti durante una manifestazione pubblica tenutasi Venerdi 25 Marzo presso la Sala Auditorium della Biblioteca Comunale, presenta alla città il suo Piano Urbanistico Comunale (tecnicamente :”Proposta di Piano Urbanistico”), che dopo la pubblicazione sul BURC della Regione Campania, permetterà a tutti i cittadini, associazioni, circoli, sindacati, di poter presentare le proprie osservazioni in merito. – L’opposizione presente solo in parte alla manifestazione dichiara di attendere l’ufficialità delle carte e la pubblicazione sul BURC Campania per dire la sua e giura battaglia in aula Consiliare – Mugugni anche nelle fila dei Tecnici Della Consulta Scafatese per alcune scelte fatte, tra cui spicca il “divieto” di demolizione e ricostruzione dei fabbricati agricoli per tutti coloro che non siano “imprenditori agricoli”, anche nel caso di lascito ereditario.
L’amministrazione Aliberti, quindi, con una procedura definita “anomala” dallo stesso ingegnere capo del Comune di Scafati dott. Andrea Matrone, presente alla manifestazione, approva la Proposta di Piano Urbanistico Comunale, a discapito della procedura regolamentata dalla Legge Regionale 16/2004 che all’art.24, disciplina l’iter regolamentare di approvazione degli strumenti urbanistici comunali, individuando un percorso ben preciso che porta fino all’ok della Giunta soltanto alla fine dell’iter programmato, (esempio: previo parere delle commissioni, previo parere delle associazioni professionali di categoria, previo parere dei sindacati di categoria, previo parere del Consiglio Comunale, previo parere degli organi vincolistici, etc, etc, la Giunta approva). La procedura “anomala” voluta dal Sindaco Aliberti porta quindi all’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (strumento fondamentale per il rilancio dell’economia cittadina con particolare rilevanza per il comparto edile), che comunque dovrà attendere l’acquisizione di tutti i pareri previsti per legge e non solo (le osservazioni dei cittadini). Appena partito l’iter, si riscontrano problemi già nelle file della stessa maggioranza, che hanno portato alla presentazione di ben cinque richieste di chiarimenti e modifica, ufficializzati e presentati mediante emendamenti specifici durante la stessa lunghissima seduta di Giunta di Mercoledì 9 Marzo. Tra gli emendamenti presentati, ricordiamo quelli che parlano di possibilità per gli edifici residenziali in area PIP di poter usufruire degli stessi vantaggi (ampliamento-sopraelevazione, etc), previsti per gli edifici omologhi situati nelle altre are della città, ed ancora, la eliminazione dell’elenco delle strade in cui soltanto a loro si dava la possibilità di poter sopraelevare, spalmando quindi sull’intero territorio tale facoltà, in una sorta di “futura chiamata alle armi”, nel senso che chi prima richiede, prima ottiene, fino all’esaurimento della volumetria consentita, (si precisa che in ogni caso le aree abitative del centro storico sono escluse da qualsiasi provvedimento di ampliamento e sopraelevazione, in attesa dell’approvazione di specifici piani di riqualificazione urbana, i cosiddetti PUA, di cui al momento non c’è ancora traccia), ed altri. Pertanto, oggi ci troviamo di fronte ad un provvedimento di approvazione che inizia il suo lunghissimo iter burocratico-istituzionale, già monco, in primis poiché in attesa dei chiarimenti su ben cinque emendamenti richiesti da una parte della stessa maggioranza, e che in seconda battuta, ha trovato l’opposizione della Consulta dei Tecnici Scafatesi, che con uno dei propri rappresentanti, il perito edile Domenico Viscardi, durante il suo intervento ha pubblicamente contestato l’iter di approvazione dello stesso PUC (procedura anomala), non ricevendo esaustive risposte, e che poi rivolgendosi all’architetto Mesolella dello Studio Fedora di Napoli (società incaricata della redazione del PUC), ha richiesto spiegazioni in merito alla prevista non possibilità di eseguire lavori di demolizione e ricostruzione di edifici agricoli, per tutti i cittadini scafatesi che non siano in possesso del requisito di imprenditore agricolo, ed ancora, ha richiesto chiarimenti in merito all’estensione su gran parte del territorio di Scafati, delle fasce di vincolo di inedificabilità assoluta, per la presenza degli innumerevoli canali esistenti, (cosa sarà mai successo al nostro sottosuolo? È proprio il caso di domandarcelo), non ricevendo nessuna risposta esaustiva, se non un rimbrotto dallo stesso Sindaco, apparentemente innervosito dai quesiti posti dal rappresentante della Consulta dei Tecnici di Scafati. Ci auguriamo che al di là dell’iter scelto per l’approvazione dello strumento “base” per il rilancio dell’economia dell’intera città, il PUC possa dare finalmente delle risposte concrete alla voglia di “lavoro” delle nostre imprese edili, singole e/o associate, ai nostri professionisti del settore, ai nostri artigiani, ai nostri operai, ai nostri commercianti del settore, e non sia soltanto il solito “cartello elettorale” fatto di tante promesse e poco contenuto. Tante piccole e medie imprese stanno chiudendo o hanno già chiuso, sono tre anni che si fanno promesse e nessuno le mantiene, oggi con il Piano Urbanistico Comunale è arrivato il momento che i rappresentanti locali delle categorie tecniche professionali, degli artigiani, degli imprenditori, della intera società civile e di chiunque altro interessato al rilancio del processo economico del settore edile, alzi la testa, si faccia sentire, basta con le parole, da oggi in poi conteranno solo i fatti.
Paolo Celiberti