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A “Prossima fermata: Napoli” si parla di lavoro. Il consigliere Russo (Pd) interviene su Fincantieri

Si è tenuta ieri, 2 aprile, presso il teatro Trianon di Napoli la manifestazione “Prossima fermata Napoli” un dibattito pubblico con Mario Morcone, candidato sindaco del centrosinistra a Napoli, Enzo Amendola, segretario regionale del Pd, Pippo Civati della direzione nazionale dei Democratici e Michele Emiliano, sindaco di Bari.

Molto particolare la formula scelta per gli interventi: si parte da un numero e un tema.

In rappresentanza del Pd stabiese Salvatore Russo ha scelto il numero 2000 e il tema del lavoro. 2000 come le famiglie che rischiano di perdere il lavoro per la crisi produttiva stabiese, per il grave e preoccupante momento che la città delle acque sta attraversando.

“Da Fincantieri alle aziende dell’indotto, dall’Avis, alle Terme, ai portuali della Stabia porto” Castellammare attraversa la più grande crisi produttiva della sua storia – ha affermato il consigliere del Pd – con circa 2000 famiglie che non percepiscono reddito o sono in cassa integrazione. Facendo due conti, se vogliamo calcolare mille euro in meno a famiglia in media abbiamo 24 milioni di euro che, in un anno, non circolano sul territorio.

Questo significa – analizza Russo – buio totale, oltre che per i lavoratori, anche per commercianti, terziario e tutto quanto c’è di produttivo a Castellammare. Per questo tutta la città, lo scorso 25 marzo, si è fermata per sottolineare la gravissima situazione di crisi che la colpisce indistintamente. Ci rendiamo conto di cosa significano 24 milioni di euro in meno all’anno per un territorio? Il Pd sta facendo la propria parte sollecitando i suoi rappresentanti ad incalzare Governo nazionale, regionale e comunale al fine di trovare una soluzione e fornire nuove prospettive di rilancio e sviluppo per lo storico cantiere stabiese.

Ognuno – prosegue il consigliere del partito di Bersani – deve fare la propria parte con chiarezza e coerenza, senza distinzioni e in difesa del territorio e di una delle più importanti realtà produttive del Paese. In Liguria tutti i livelli politici e istituzionali si battono per la difesa dei siti produttivi senza scontri politici perché si tratta di tutelare il proprio territorio. Spero che anche in Campania si possa cominciare a seguire questo esempio virtuoso perché, a parte la straordinaria storia del cantiere stabiese che, nato nel 1783 sotto il Regno delle due Sicilie, ha prodotto navi che ancora oggi solcano i mari di tutto il mando – tra cui il famosissimo veliero Amerigo Vespucci – lo stabilimento è un tutt’uno con la città, se chiudesse sarebbe come buttar giù la Mole a Torino, la Torre a Pisa o il Colosseo a Roma.

Il 31 marzo – conclude Russo – si è tenuto un tavolo a Roma dove qualcosa si è mosso. Ma occorrono prospettive concrete di rilancio e sviluppo. Si muovano risorse dallo sbandierato Piano per il sud e la proprietà – che è pubblica, ricordiamolo – parli chiaro su ciò che intende fare. Castellammare non può chiudere. E con il cantiere vanno tutelate le aziende dell’indotto e le altre realtà produttive in crisi. Si rispolverino gli strumenti del contratto d’area, si sperimentino nuovi patti pubblico-privato, si mettano in campo strategie e piani operativi concreti. È la politica che deve farsi carico di questi problemi perché sono serissimi e riguardano migliaia di persone. Cos’è la politica se non risoluzione di problemi, progettualità, sviluppo? Siamo chiamati, ad ogni livello, ad una importante collaborazione e spero, francamente, che si vada oltre le appartenenze e gli steccati ideologici”.

 

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