Introdurre il meccanismo di agricoltura a chilometro zero a Vico Equense si può. Ad affermarlo è stato il professore Renato Briganti, dell’Università Federico II, facoltà di economia. “Ci sono molti Comuni in Italia dove è stata applicata questa forma di mercato – spiega Briganti – ne è un esempio Capannori, con il quale ho collaborato. Il vantaggio che ne consegue è in primo luogo economico perché l’assenza di intermediari fa scendere in maniera considerevole i prezzi degli alimenti, in secondo luogo qualitativo perché i prodotti sono venduti ancora freschissimi, con la certezza che si tratta di cibi locali. Con la formula dell’agricoltura a chilometro zero può, infatti, essere venduto ciò che è prodotto nel raggio di 70 chilometri. Quindi in tal modo si favorisce anche l’attività del piccolo produttore e, di conseguenza, l’economia locale, oltre che aiutare l’ambiente in quanto i prodotti possono essere venduti separatamente, senza ricorrere ad imballaggi in plastica. Non è utopia ma realtà. A Capannori è stato creato un punto vendita che si chiama ‘Filiera corta’ dove i produttori della zona portano gli alimenti, che vengono venduti sfusi e ‘alla spina’, dove sono stati eliminati gli intermediari. Anche a Vico Equense potrebbe nascere un meccanismo simile ma è necessario l’aiuto del Comune”. Introdurre un’agricoltura a chilometro zero rappresenta uno dei principali punti del programma elettorale dell’avvocato Aldo Starace, candidato a sindaco alle prossime elezioni amministrative di Vico Equense. “Il Comune deve creare delle convenzioni – afferma Starace – deve unire produttori e ristoranti grandi, medi e piccoli del territorio. Questi, aderendo al progetto, potranno esporre il bollino ‘made in Vico Equense’ che sarà una garanzia di qualità per i clienti. In tal modo ne trarranno benefici ristoratori, consumatori e produttori locali, la cui attività verrà incentivata e, allo stesso tempo, protetta da tale meccanismo”.