A Napoli ritorna l’emergenza rifiuti: 1500 tonnellate di rifiuti in strada

L’ultima comunicazione ufficiale dell’Ufficio Flussi della Regione parla di 1500 tonnellate di rifiuti a terra: ma in città le tonnellate sembrerebbero molte di più. Torna quindi ufficialmente l’emergenza rifiuti e con questa anche l’esasperazione dei cittadini napoletani: nella mattinata di martedì un blocco stradale è stato effettuato sul lungomare di Napoli, nella zona dei grandi alberghi, da parte dei lavoratori dei consorzi del settore dei rifiuti. Nei giorni scorsi, che in segno di protesta hanno dato fuoco a cumuli di rifiuti sotto la abitazione del sindaco Iervolino.

Per l’assessore all’Igiene Giacomelli, l’emergenza rifiuti odierna potrebbe superare quella di Natale scorso. Due i motivi principali di tale nuova crisi: la chiusura temporanea della discarica di Chiaiano, che dovrebbe tornare operativa tra qualche giorno, e la difficoltà, da parte di altri impianti, nell’accogliere ingenti quantitativi di rifiuti come quelli inviati da Napoli. La Regione Campania ha presentato il nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani che prevede oltre a quello di Acerra, altri tre termovalorizzatori (Napoli, Salerno e Giuglianese) e un gassificatore. Il presidente della Provincia nella settimana appena terminata, alla vigilia della nuova emergenza, ha infatti fatto pressione sulla Regione affinché venisse approvata la  deprovincializzazione, ammettendo di fatto il proprio flop (o l’impossibilità sistemica di una soluzione).

Alla città non resta quindi che vivere alla giornata in attesa del completamento dei vari inceneritori e gassificatori che saranno sparsi per la regione. Intanto è ormai scontro tra le diverse istituzioni coinvolte. Il consigliere regionale del PD, Corrado Gabriele, chiede le “immediate dimissioni dell’assessore Giovanni Romano, che in questi ultimi mesi ha solo mantenuto incarichi, trascurando del tutto le forti necessità del territorio”. In particolare Gabriele fa riferimento alle “vergognose testimonianze che raccolte come Commissione ecomafie della Regione Campania, con il presidente Antonio Amato e con Legambiente, che confermano quanto da noi denunciato ripetutamente sulle drammatiche condizioni della vasta area del giuglianese che ospita la Resit, la cosiddetta Cava zeta, la discarica Novambiente, le discariche Napoli 1,2 e 3, fino al CDR di Giugliano. Romano faccia un passo indietro – conclude Gabriele – e ammetta il totale fallimento della sua politica e di quella che ha caratterizzato questo primo scorcio di legislatura regionale”.

D’altro canto, l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, fa sapere che l’assegnazione dei quantitativi di spazzatura da smaltire spetta alla Regione e non fa mancare un invito un po’ maldestro a Palazzo San Giacomo a “dedicarsi di più alla raccolta differenziata e meno a dichiarazioni da campagna elettorale che hanno come unico fine quello di strumentalizzare i rifiuti a fini politici, ossia di lavorare di più per il bene dei cittadini e non generare inutili allarmi”.

L’obiettivo principale è trovare immediati siti di trasferenza, considerato che per il governatore Caldoro quello di Scampìa, scelto dal Comune, è inadeguato.

Prevista inoltre, per sabato 9, una importante mobilitazione di protesta nel centro di Napoli.

Mario De Angelis

 

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