Scontro Regione-Comune sui rifiuti

Prosegue l’infinita polemica sui rifiuti tra Comune di Napoli e Regione Campania. Il governatore Stefano Caldoro ha accusato il Comune di aver individuato siti di trasferenza non idonei. «Il Comune sa che deve cercare un’altra soluzione», ha dichiarato senza mezzi termini. Pronta la risposta di palazzo San Giacomo: «Alla Regione abbiamo inviato la documentazione per due siti, non abbiamo ricevuto ancora nessuna risposta». Ma proprio il Comune, in mattinata, aveva dato il via  all’ennesima polemica. In una riunione straordinaria convocata con gli assessori competenti, il sindaco Iervolino aveva puntato il dito contro la «sostanziale inerzia degli organi regionali e provinciali i quali, secondo le norme vigenti, hanno il compito e la responsabilità del conferimento e dello smaltimento dei rifiuti». Palazzo Santa Lucia ha replicato immediatamente ricordando gli impegni concordati il 4 gennaio con il sottosegretario Gianni Letta.. La Provincia avrebbe dovuto indicare la localizzazione per una discarica da un milione di tonnellate, ma il presidente Cesaro ha più volte ripetuto di non poterlo fare a causa dei vincoli ambientali e paesaggistici esistenti. La Regione, tra l’altro, ha già rimesso in discussione il principio per il quale ogni provincia doveva avere un proprio sito di sversamento. Sempre in base a quegli accordi, il Comune ha indicato un sito di trasferenza in cui i rifiuti potrebbero essere parcheggiati per un massimo di 72 ore. Si tratta del sito individuato a Scampia e ora bocciato dalla Regione. Per Caldoro, infatti, «il sito di trasferenza indicato dal Comune di Napoli non è risultato idoneo. Gli organi competenti, tra cui vigili del fuoco e Arpac, hanno effettuato tutte le verifiche». Il governatore ha poi lanciato una nuova ipotesi: «Unica altra strada da poter percorrere per ridurre i tempi resta l’assunzione di responsabilità del sindaco con decreto di urgenza. Ciò significa che il primo cittadino, come già avvenuto in altri Comuni della provincia, indica un sito e fa l’ordinanza senza tutte le certificazioni. Ma mi rendo conto che si tratta sempre di una soluzione emergenziale». Strada difficile da percorrere dato che l’emergenza ufficialmente non esiste più in Campania dal 31 dicembre del 2009. «Veniamo da 20 anni di follie sulla politica dei rifiuti – ha osservato Caldoro -. Ora posso prendere l’impegno che tra 3 anni questo problema sarà risolto, prima dovremo soffrire e affrontare la sfida con grande senso di responsabilità». Secondo Asìa, invece, due progetti sono stati consegnati all’ufficio tecnico ambientale per il rilascio delle autorizzazioni della Regione Campania, rispettivamente il 10 e il 18 febbraio, ottenendo in cambio una copia conforme con timbri della Regione. Non è arrivata mai, però, alcuna risposta, come conferma anche l’assessore all’igiene del Comune, Paolo Giacomelli. Al centro della polemica anche la raccolta differenziata. Venerdì l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano aveva affermato: «È stato il Comune di Napoli a chiederci di non inviare gli 8 milioni e mezzo impegnati dalla Regione per attivare la raccolta differenziata del capoluogo partenopeo perché, considerato il pessimo stato dei conti di Palazzo San Giacomo, quei soldi difficilmente sarebbero stati utilizzabili per il potenziamento della raccolta differenziata dell’ente di piazza Municipio». La risposta di Giacomelli è stata: «È assolutamente falso che il Comune abbia rifiutato gli otto milioni di euro necessari a realizzare la differenziata in città». Intanto, la città è di nuovo soffocata dai rifiuti.

Antonio Averaimo

 

 

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