Scafati, Aliberti ed il giallo degli assessori

Il Sindaco Aliberti,  dopo aver mandato a casa il vice-sindaco Giacinto Grandito, sostituito dall’assessore Cristofo Salvati e gli assessori Sabatino Cozzolino, Pasquale Coppola, ed in precedenza gli assessori Mario Santocchio e Filippo Sansone, ora, da indiscrezioni provenienti da Palazzo Mayer, e spinto anche dalle “colombe” in seno al PDL cittadino che ininterrottamente hanno lavorato per ricucire lo strappo avvenuto, pare che stia per accogliere nuovamente in giunta tutti gli assessori “epurati”, con la sola esclusione dell’ex-assessore Sansone, oggi amministratore delegato della Scafati Sviluppo Spa, una delle tre municipalizzate del Comune di Scafati. Sempre da indiscrezioni provenienti da Palazzo Mayer, anche l’ex super-assessore Santocchio, attualmente Presidente del CSTP di Salerno e uomo molto vicino al Presidente Della Provincia di Salerno l’on. Edmondo Cirielli, pare che stia “trattando” il suo ritorno in seno alla giunta Aliberti, sponsorizzato da tutto il PDL Arechi di Scafati.

Se le indiscrezioni provenienti da “palazzo Mater” fossero tutte fondate, un dato però ci sembra di poterlo sottolineare, al di là dei ritorni o meno di tutti o quasi gli assessori “epurati”, che il Sindaco Aliberti attraversa sicuramente un periodo “non facile” di governo della città, dà l’impressione di essere sempre più “solo”, arroccato dietro la sua poltrona di primo cittadino di Scafati, e attorniato da una maggioranza consiliare pronta a “chiedergli” sempre di più, in cambio della permanenza sul “gradino”  più alto di Palazzo Mayer, il tutto a discapito della “governance cittadina”, che pare navigare a vista. A tale riflessione aggiungiamo anche un altro dato, nei primi tre anni di governo della città, l’attuale maggioranza ha messo in campo una attenta politica di conquista delle poltrone “remunerate” che il palcoscenico politico cittadino offre, basti pensare che le tre presidenze delle municipalizzate cittadine (ACSE – Scafati Sviluppo – Scafati Solidale), sono “occupate” da  ex-consiglieri eletti dal popolo, o basti pensare a tutti  quei consiglieri che fanno “incetta di incarichi”, quali assessorato, enti provinciali, enti farmaceutici, consigli di amministrazione, etc, dimenticandosi poi della base elettiva, che gli ha permesso di ottenere quel tale incarico.

Ecco come appare oggi questa maggioranza, meriterebbe dei voti altissimi per l’impegno profuso per la conquista di poltrone e poltroncine, addirittura, durante il suo “cammino” ha acquisito ben quattro consiglieri dell’opposizione, che “stranamente”, come “Caronte” nella Divina Commedia, dichiarando di promuovere  l’azione di governance cittadina di Aliberti, hanno abbandonato  i banchi dell’opposizione e “traghettandosi” nei banchi della maggioranza, né  hanno condiviso la politica fin qui messa in campo. Ed ecco il motivo di un’altra riflessione sul dato appena ricordato, ci domandiamo e continueremo a farlo anche in futuro, se un giorno costoro avranno però il coraggio di dirlo ai propri elettori e  soprattutto di dire il perché? Alla fine di questa “disamine” sulla amministrazione cittadina della Giunta Aliberti, possiamo ben capire a quali superiori motivi di opportunità politica, il sindaco si accinge ora a “riabbracciare” gli ex-assessori “epurati”, il tutto a discapito della città di Scafati, sempre più senza un vero progetto di crescita, con tanti problemi in campo occupazionale,  viario,  commerciale, con un centro storico al collasso, con le periferie sempre più abbandonate, con un’amministrazione cittadina ridotta all’osso, con un primo dirigente tecnico a metà servizio, con un PIP che stenta e viene abbandonato da tante aziende, e tanti altri problemi. Oggi il progetto politico “Aliberti” sembra ormai irrimediabilmente compromesso, questa maggioranza si sta sempre più lacerando dal suo stesso interno, con le guerre di poltrone, con la incapacità amministrativa, ed organizzativa dimostrata, mentre la città, e lo ripetiamo ancora, si continua inesorabilmente a spegnere.                                                                                                           

             Paolo Celiberti

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