Liberi di passare le frontiere, ma la Francia non ci sta

Mille quelli “napoletani” molti di più quelli “italiani”, si parla di circa 21mila migranti quelli approdati nell’ultima propagine della nostra penisola, sulle spiagge del “Nuovo Mondo”.La maggior parte sprovvisti di documenti, quasi tutti con le idee ben precise: lasciare l’Italia per raggiungere Parigi, la Francia, la terra dell’antico colonizzatore.Checché se ne dica la reazione c’è stata. Il governo ha ottenuto un sicuro successo con la stipula dell’accordo con Tunisi. Tutti con permesso di soggiorno gli ospiti nordafricani già giunti in Italia, per i prossimi clandestini, rimpatrio immediato.Non penso di essere mai stato spinto da sentimenti razzisti, ma accostare i nostri emigranti che andarono a costruire l’America con i nuovi fuggiaschi magrebini mi sembra piuttosto un’ operazione ardita. Gli italiani che hanno fatto grande l’America, pur dotando quel “Nuovo Mondo” di mafie e criminalità tutta nostrana, partivano con tanto di documenti e dopo aver venduto, nel migliore dei casi, o abbandonato le poche cose che avevano si imbarcavano sui “bastimenti”. Stazionavano ad Ellis Island, come bestie, per rispettare la quarantena e dopo aver mostrato documenti ed essere stati registrati partivano per la loro “nuova vita”. Oggi i nostri ospiti partono con un peccato originale che lascia il diritto a tutti noi di pensar male. Chi sono questi nuovi disperati? Perché sono senza documenti costringendoci ad allestire delle tendopoli, che non sono altro che campi di concentramento, in attesa di riuscire ad identificarli?Da oggi però sarà sicuramente più facile portare a termine questa operazione. Conviene a loro, conviene a noi per chiudere la fine operazione politica che costringerà l’Europa tutta ad ospitarne la gran parte. Muniti di permesso di soggiorno temporaneo,  per sei mesi, quelli che di colpo si trasformeranno da clandestini in immigrati, potranno oltrepassare le frontiere nazionali e raggiungere parenti ed amici in tutta Europa, cercando, legalmente per tre mesi, la loro “nuova vita”. Se successivamente decideranno di continuare la loro storia in clandestinità, allora sì, sarà un problema dell’Europa, di quella stessa Europa che fino ad oggi è stata a guardare, magari anche divertita dai nostri affanni.

Ma la Francia,  principale meta dei migranti, non ci sta. Nessun accordo e posizioni ancor più rigide. Segno che la ben congeniata operazione politica italiana ha colto nel segno. Tutto è partito dai cugini d’oltralpe ed è giusto che ora ne raccolgano i frutti. Non saranno certo i cavilli in salsa marsigliese a fermare chi ha attraversato il mediterraneo su un guscio di noce, abbandonando la propria terra inseguendo un sogno che ora sembra realizzabile.

Gennaro Cirillo

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