Collasso commerciale ad Ercolano. Basta girare il sabato o la domenica mattina, per non parlare dei giorni feriali, per le principali arterie cittadine per comprendere la profonda crisi che ha paralizzato l’economia locale. Fatta eccezione per gli articoli alimentari il mercato dello shopping in paese risente fortemente di un piano commerciale negli anni di fatto mai varato, di un supporto logistico inadeguato e della prevenzione dei residenti nei confronti delle manifestazioni promosse in loco. L’ercolanese è talmente deluso dalla propria realtà d’origine che preferisce fare acquisti nella vicina Torre del Greco o a Portici: non è un caso che proprio nelle suddette realtà urbane sia possibile incontrare noti esponenti politici ercolanesi che di fatto “snobbano” una realtà che invece li ha elevati al rango di pubblici amministratori. Ma si sa da sempre Ercolano è apparsa più risorsa da spremere che oasi archeologico-naturalistica in cui incrementare l’impresa turistica. Al di là dell’eroismo di alcune associazioni che tentano di salvare il salvabile nel perimetro degli scavi negli anni poco o nulla si è fatto per apportare benessere socio economico in loco. Non si tratta di polemizzare contro alcun amministratore comunale o partitico indigeno: il punto nevralgico della questione è insito nel disamore della classe dirigente per la cittadina vesuviana, per chi, è doveroso ribadirlo sempre, ha avuto il coraggio di credere ed investire in una comunità dove sino a poco tempo fa erano all’ordine del giorno agguati morali di camorra ed episodi estorsivi. In questo marasma senza fine quello che sfugge è l’elemento “conduttore”, ovvero la regia a monte di quello che per molti addetti ai lavori non è altro che un impoverimento voluto del paese per una più semplice e articolata reimpostazione economico-produttiva. Ercolano è uno dei pochi siti vesuviani dove ad evidenziare a mezzo stampa inefficienze amministrative o istituzionali ci si rimette, si è quasi additati da una certa parte della politica come facinorosi della domenica o peggio destabilizzatori sociali al soldo del “magnate” di turno. Francamente addolora rimirare passivamente un simile penoso scenario come rattrista l’idea di veder ridimensionato penosamente qualsivoglia tentativo di cambiamento: ora solo il sindaco Vincenzo Strazzullo può fare la differenza in un contesto dove attaccare ancora gli organi di informazione gratuitamente perché fedeli alle rivendicazioni mosse dai residenti è veramente una vergogna.
Alfonso Maria Liguori