Charme cristallino

Fino  a una cinquantina di anni fa , a nessuna signora a modo della high society internazionale sarebbe venuto in mente di presentarsi ad un appuntamento mondano senza un giacchino, un paletot , una stola o una cappa scelta con cura per l’occasione . Poi venne il ’68, la rivoluzione nelle strade e nelle piazze che scardinò tabù e  perbenismi soffocanti e punitivi . Ma che , come spesso accade quando soffiano i venti impetuosi del rinnovamento , spazzò via anche quel che di buono il fashion sapeva fare . E cioè prendere per mano le donne , accompagnarle nel cuore dello stile , con tutte le lettere maiuscole, e avvolgerle in una nuvola di loveliness .

Goodbye alle mantelle fruscianti , alle carezzevoli giacche cucite su misura..Benvenuto invece al ruvido parka di spartana memoria . E quando la tempesta si era infine acquietata , ecco le hollywoodiane dee del red carpet infierire una volta ancora sui destini del capospalla da sera con quella mania di presentarsi a schiena nuda anche nel bel mezzo del più gelido inverno.

Times are changing again.

Lezione di stile quella delle passerelle dell’Alta moda . Un invito in atelier – seppure non siamo nei salottini dell’atelier di madame Coco a Rue Cambon , tutto è ricostruito minuziosamente a ricalcarne l’aspetto partendo dall’arco di specchi con la caratteristica scala avvitata – quello di Chanel che reinterpreta in chiave romantica i  grandi classici della Maison : tailleur con giacche illuminate da piccoli cristalli colorati abbinate a leggings paillettati o in demin ,  e pants a sigaretta – veri e propri capi de luxe , impreziositi da bottoni laterali che aprono spacchi decorativi all’altezza della caviglia -. Il robe manteau  di un delicato rosa pastello si impreziosisce grazie a cascate di piccoli Swarovski  bianchi.  Evanescenti , fragili , eteree quasi come fossero trame di soli cristalli , i capispalla proposti per la sera ispirati alle decorazioni di Marie Laurencin , che nel 1923 lavorò come decoratrice del balletto Les Biches . Tweed che si mescola alla preziosità di tessuti come lo shantung , il raso , la seta ; alla leggerezza del tulle e dell’organza ; al tocco metallico del  lurex e del lamè . Bianco e nero alternati a colori pastello , zuccherosi , illuminati da tocchi shine di argento e alluminio . Silhouette slim che però non costringe il corpo con volumi che invece accarezzano . Robe manteaux e giacche dritte e affusolate .  Sottili ras-de-cou in raso nero per impreziosire il volto . Niente perle o little black dress , nemmeno l’ombra di una borsa matelassé . Eppure tutto è inconfondibilmente Chanel , in un haute couture che mette i piedi per terra , nel vero senso della parola – vedi rinuncia ai tacchi a favore di comode ultra flat a punta, vagamente

orientaleggianti -. Una dedica a donne belle , altere , sicure , che non rinunciano all’eleganza e al romanticismo, sporcandolo però con piacevoli e sofisticate note rock .

Ritorna dunque il gusto per il capospalla . Per un bolerino in marabù – Thes&Thes – , un piccolo trench polveroso – Burberry- , o traforato -Yves Saint Laurent- , una pallida mantella a mezza coscia – Givenchy by Riccardo Tisci – , o un giacchino architettonico , di prezioso broccato rebrodé- Moncler Gamme Rouge – . Ritorna questo gusto con cui proteggersi dal fresco vento primaverile . Un gusto che racchiude la mise del giorno che pian piano sbiadisce nelle tenebre ed è pronto a tuffarsi in una nuvola di charme . Anzi un gusto , un capo a cui affidare un vero statement di charme prima ancora  di aver varcato la soglia della serata in un lasso di tempo.. magicamente sospeso…

M.Chiara D’Apolito

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