Per la settimana della cultura la biblioteca comunale di Torre Annunziata apre al pubblico il suo scrigno delle meraviglie

Non ci poteva essere celebrazione più degna per la settimana della cultura, di quella messa in campo dall’assessore di Torre Annunziata, prof. Maria Elefante.

Protagonista è la cultura con la C maiuscola, la cultura che emerge dai libri antichi custoditi nella Biblioteca comunale. A Torre Annunziata  gli eventi più importanti  della storia dell’umanità hanno lasciato un segno indelebile negli scaffali della biblioteca comunale. Sono qui fin dalla fondazione della biblioteca, avvenuta nel 1907, e provengono dalla donazione di un illustre torrese dell’epoca, Giuseppe Servillo, Preside dell’Istituto tecnico G. Parini ( ora Graziani) che li aveva preservati dall’abbandono, essendo stati lasciati dai padri Alcantarini, nel convento a piazza S. Teresa. Giacevano lì da secoli. Erano testi importanti, addirittura incunabula, edizioni che vanno dal XV fino al XX secolo. Edizioni originali di testi importantissimi, capisaldi del pensiero europeo che tuttora circolano in moderne ristampe. All’inaugurazione della mostra è intervenuta Maria Rosaria De Divitiis, presidente regionale del FAI, che ha espresso il suo compiacimento per le la ricchezza del nostro patrimonio culturale. Domenico Giorgio, docente di letteratura italiana dell’Università di Napoli Federico II, ha illustrato il valore e il contenuto dei libri.  

I libri che hanno segnato il trapasso dal Regno delle due Sicilie all’Italia unita, best seller dell’epoca, in edizioni pregevoli che recano il timbro della stamperia reale, in questa settimana si possono vedere e sfogliare. I libri antichi testimoniano che a Torre Annunziata le nuove idee arrivavano in tempo reale,  ancora freschi di stampa,i libri erano già qui. Quelli messi in mostra in questa occasione si collegano anche all’evento che si celebra quest’anno: i 150 anni dell’Unità d’Italia. Sono la testimonianza immediata delle letture da cui maturò il pensiero che portò al Risorgimento. Testimoniano, come ha messo in evidenza l’assessore alla cultura Maria Elefante che Torre Annunziata, negli anni in cui maturò il Risorgimento, dal 1820 al 1860, non aveva una cultura di provincia, ma anzi, gareggiava con la Capitale dell’allora Regno delle due Sicilie, nell’acquisto di opere che avrebbero segnato un trapasso epocale.. Torre era all’avanguardia come dimostrano le edizioni principes, cioè i primi esemplari di stampa.

Tra i volumi spiccano i vocabolari dal Napoletano al Toscano di cui si sentiva l’esigenza nel periodo di transizione. Per la questione della lingua che fu dibattuta in tutta Italia, dal Puoti, dal Cesari, dal Monti e dal Manzoni, la biblioteca di Torre Annunziata può considerarsi uno scrigno delle meraviglie. I testi che riempiono vari capitoli delle storie della letteratura: la questione della lingua, il pensiero politico, il romanzo storico si possono vedere e toccare con mano in quelle copie antiche, stampate all’epoca. Sono i libri che hanno formato i nostri antenati, quei pastai, quei pescatori, quei contadini, che sottraevano tempo al riposo per istruirsi, i carbonari,  dai nomi gloriosi o oscuri, che lavorarono in segreto per i tempi nuovi..

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