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Sant’Antonio Abate: maxi evasione da 14 milioni, sequestrati beni per 800mila euro

L’evasione fiscale è uno dei fenomeni più diffusi nel territorio di questo Circondario. Quando ad evadere sono aziende che in apparenza sembrano disporre dei requisiti per operare, il fenomeno diventa sempre più difficile da debellare e contrastare, a diretto discapito delle Entrate finanziarie dello Stato e degli Enti locali.

In tale ambito, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli hanno scoperto una società di Sant’Antonio Abate, E.I. Sas, che partecipava regolarmente a gare di appalto con Enti pubblici e riceveva regolari fidi bancari mediante presentazione di bilanci e contabilità che in apparenza sembravano regolari.

La solidità finanziaria della società veniva falsamente attestata con l’indicazione nella contabilità di crediti fittizi, provenienti da imprese inesistenti o ignare del meccanismo fraudolento, originati da false fatture intestate a nomi di fantasia, per poi utilizzare detti crediti in compensazione con i debiti fiscali (ritenute di acconto operate sulle buste paga e oneri contributivi etc.).

La società, inoltre, parallelamente alla gestione ufficiale e regolare di costruzioni e lavori edili, emetteva fatture false nei confronti di chi le richiedeva, operando sostanzialmente come un “fatturificio”, ovvero una “cartiera” finalizzata ad emettere false fatture per lavori mai eseguiti, per consentire ad altre imprese del settore di abbattere i redditi ed evadere le imposte, nonché le produceva per sé stessa, portandole in contabilità, anche al fine di presentarle allo sconto bancario, e quindi finanziarsi presso Istituti di credito ed aumentare, pertanto, l’affidamento bancario.

Il meccanismo fraudolento è stato scoperto dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Castellammare di Stabia, diretti dal capitano Girolamo Franchetti e coordinati dal Gruppo di Torre Annunziata,  e scardinato attraverso mirate analisi contabili, a cui sono seguiti numerosi controlli incrociati presso le aziende utilizzatrici delle false fatture emesse dalla società abatese.

Le attività venivano di fatto gestite da un amministratore occulto (M.F. 48 anni di Sant’Antonio Abate), il quale aveva creato varie società, formalmente amministrate dalla moglie (P.G. 47 anni casalinga), anch’esse coinvolte nella frode scoperta.

L’azione ispettiva condotta dalle fiamme gialle, ha permesso, in definitiva, di accertare un’evasione fiscale per circa 5 milioni di euro di I.V.A., circa 14 milioni di euro di fatture false utilizzate per creare crediti fiscali, e circa 3 milioni di euro di ricavi non contabilizzati e non dichiarati.

Nel meccanismo fraudolento sono state coinvolte, oltre alla società abatese verificata, altre 13 società e quattro ditte individuali, aventi sede nelle  province di Napoli e Salerno.

A seguito dell’attività ispettiva della Guardia di Finanza sono state segnalate all’Autorità giudiziaria 11 persone per reati tributari.

Il G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata, accogliendo la richiesta del procuratore Diego Marmo, all’esito delle indagini patrimoniali condotte dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Castellammare di Stabia, ordinava il sequestro per equivalente dei beni immobili e mobili facenti capo ai responsabili della E.I. Sas di Sant’Antonio Abate per circa 760mila euro (un appartamento in Costiera Amalfitana e due immobili in Sant’Antonio Abate, 12 veicoli, partecipazioni societarie oltre al sequestro dei crediti vantati dalla società per appalti eseguiti presso Enti pubblici).

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