Galan o un miracolo salverà Pompei?

Per salvare gli scavi archeologici di Pompei da crolli e degrado nell’immediato, cioè da domani, a cinque mesi, trascorsi senza iniziative, dal collasso distruttivo della schola armaturarum e dal crollo di ieri (ed anche da quello forse avvenuto mentre leggete) di una pietra dalla sommità di un muro debilitato o ancora di qualche metro quadrato di intonaco decorato che si schianta al suolo perché non aderisce più all’antica muratura, più che nella tecnologia, nella task-force annunciata, nei tanti milioni (si dice 105) dell’Unione Europea, nel contributo dei privati, bisogna sperare, sì, ancora sperare, nell’unico strumento ancora disponibile: il miracolo.

Dunque l’emergenza Pompei è ancora affidata alla sorte (per due anni anche alla impropria protezione civile!) più che all’impegno e alle opere materiali di conservazione?

Non proprio così, ma vediamo nel dettaglio come stanno le cose. Il nuovo ministro per i beni culturali, Giancarlo Galan, la sua prima uscita l’ha fatta a Pompei il 12 aprile.

È stato un buon segno.

Veder sgambettare tra gli scavi il neo ministro, come uno studente emozionato ed entusiasta di essere in un luogo straordinario, trascinandosi il gotha del ministero anche in fuori programma come la visita (personalmente richiesta prima di lasciare Pompei) al “nuovo teatro degli scavi di Pompei” (su cui è ancora in corso un’indagine della procura della repubblica di Torre Annunziata per verificare la regolarità dei lavori e dell’appalto) ha trasferito ottimismo.

Come inizio va benissimo. Tanti altri ministri non hanno avuto lo stesso impatto.

Per essere un esordio, quello di Galan sembra un buon esordio.

Ha spiegato durante la visita negli scavi e prima in conferenza stampa, quello che conosceva, di cui era convinto e soprattutto consapevole di poter realizzare. È stato prudente: “L’emergenza a Pompei non finirà mai; ma la cura comincia oggi, anche se rimane il rischio di nuovi crolli”.

Come inizio, rimane un buon inizio.

Il 13 aprile Giancarlo Galan si è presentato al Senato per illustrare le linee programmatiche della sua gestione del Ministero, dove, tra breve, con il “milleproroghe” aggiornato, si voterà una norma per la cultura e per Pompei che consentirà nuove assunzioni di tecnici e operai, più volte annunciata in passato e più volte eliminata dal testo, resa oggi possibile da una tassa aggiunta al costo dei carburanti. Ai senatori il ministro ha spiegato che per la cultura occorre uno straordinario “Piano Roosevelt”, perché, ha detto in Senato, “la cultura è la benzina del paese (una volta si diceva il petrolio, ma è sempre stato scarsamente considerato come risorsa nazionale, ndr) bisogna investire, non servono più soldi ma capacità di spendere. Quando si ha capacità, i soldi si trovano, l’esempio è Pompei”. Poco dopo, alcune agenzie di stampa riassumono le linee programmatiche dette da Galan al Senato ed in particolare che “per Pompei ho disposto un’unità operativa, con la partecipazione dei miei uffici di diretta collaborazione, che identifichi a breve le modalità operative e una tempistica certa”. Quindi ancora nessuna concreta decisione operativa sul da farsi. Galan ha poi annunciato “la definizione dei rapporti con la Campania per assicurare altri fondi europei nel contesto del piano per il Sud promosso dal ministro Fitto insieme al commissario europeo, dove è individuato un investimento importante per avviare un’autentica rivoluzione nell’area degli scavi di Pompei. Risorse che potranno essere bene impiegate grazie ai poteri concessi al soprintendente agli scavi”. Ottima iniziativa di cui mancano ancora i dettagli esecutivi. La Campania dovrà fare la sua parte e la farà non solo come collettore di flussi finanziari europei ma, come ha detto Caldoro in conferenza stampa a Pompei con il ministro, “dando il proprio contributo a risolvere il nodo della governance dell’area archeologica, per la complessiva valorizzazione dell’area”.

Sempre al Senato il ministro ha concluso spiegando che intende elaborare una norma “che faciliti le sponsorizzazioni, in modo da consentire alle imprese, ai cittadini e a chi lo desidera, di adottare il restauro di domus pompeiane”. Ancora un’altra buona iniziativa, speriamo che si attui presto.

Intanto, la soprintendente Cinquantaquattro ha spiegato che è in corso una mappatura del rischio finalizzata ad un piano di manutenzione programmata con laser scanner per rilievi tridimensionali che “consentiranno di seguire il fenomeno del degrado e di intervenire con rapidità dove si presentano situazioni critiche” (ma non era stata già fatta, anche senza laser dall’ex soprintendente Guzzo e quali risultati di prevenzione dal degrado sono stati ottenuti?).

Il Ministro ha promesso che presto tornerà a Pompei per spiegare i primi risultati operativi. Sarà un piacere rincontrarlo e si spera di rivederlo con lo stesso entusiasmo con il quale lo abbiamo conosciuto all’inizio della sua missione governativa. Solo allora capiremo, con certezza, se Galan salverà gli scavi di Pompei o se occorrerà un programma straordinario di preghiere per affidare anche gli scavi alla protezione della Madonna.

Antonio Irlando

 

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