Un piano di manutenzione programmata che coinvolgera’ via via tutta l’area archeologica con l’uso di scanner laser per rilievi in 3D. Ma anche nuovi fondi in arrivo dall’Europa e l’apertura ai privati. Il neo ministro della Cultura, Giancarlo Galan, sceglie Pompei per la sua prima conferenza stampa e annuncia provvedimenti immediati: ”in un’aerea archeologica di queste dimensioni l’emergenza – avverte – non finira’ mai ma la cura comincia da domani”. Pompei, spiega Galan, ”e’ un simbolo. E’ una emergenza nazionale e internazionale, ha una importanza incalcolabile”. Per questo, sottolinea, ”e’ indispensabile una manutenzione programmata. Quella ordinaria non basta”. Il ministero non lavorera’ da solo: ”Penso di coinvolgere studiosi, universita’, i tecnici Mibac che sono bravissimi – dice – ma serve anche l’apporto dei privati. Discreto, utile ad entrambi ma senza demonizzazioni, i privati servono. Vorrei che si cominciasse con sponsor campani”. In arrivo, ricorda, ci sono fondi europei, 100 milioni di euro del progetto per gli attrattori culturali da dividere in quattro regioni del Sud, ai quali si aggiungono altri 100 milioni che la Ue si e’ detta pronta a stanziare solo dopo la presentazione di un piano dettagliato. Intanto pero’ esorta Galan, che ha al suo fianco il governatore della Campania Stefano Caldoro – oltre al presidente del Consiglio superiore dei beni culturali Andrea Carandini, il segretario generale Mibac Roberto Cecchi, al Soprintendente di Pompei e Napoli Teresa Cinquantaquattro e Luigi Malnati, direttore generale delle antichita’ del Mibac – bisogna impegnarsi a spendere meglio le risorse gia’ messe a disposizione. “La cura per Pompei comincia da domani”, annuncia il ministro dei beni culturali Gianfranco Galan. Il piano è pronto. Tempi e costi di questa prima fase sono già scanditi, spiega il segretario generale del ministero Roberto Cecchi, l’architetto che ha già sperimentato il metodo della manutenzione preventiva sull’archeologia romana, della quale si occupa come commissario straordinario. Eccolo allora: per Pompei il programma prevede cinque piani di intervento che andranno avanti parallelamente fino a dicembre 2015, con una previsione di spesa che sfiora i 105 milioni di euro (104,8 milioni). Per curare il grande parco archeologico campano che si estende per 65 ettari, 45 dei quali scavati per un totale di 15 mila edifici (solo il 30 per cento dell’area scavata è attualmente visitabile) si partirà dal ‘Piano della conoscenza’, quella che l’archeologo Andrea Carandini, facendo propri i termini medici usati dal ministro Galan ha definito ‘le analisi necessarie prima della cura”. Un lavoro capillare che sarà affidato a sei squadre di tecnici composte da ingegneri, architetti e archeologici e che servirà ad individuare le priorità su cui intervenire. Per questo è prevista una spesa di 8 milioni di euro. A ruota, tempo un paio di mesi, è previsto che parta il “Piano delle opere”, ovvero gli interventi di restauro anche preventivo degli edifici. In questo caso la spesa prevista fino a tutto il 2015 è di 85 milioni di euro. Programmato per la fine del 2012 l’avvio del ‘Piano della fruizione e della comunicazione’ che si prevede di completare entro il 2014 e che punterà a rendere l’area degli scavi più accogliente per i visitatori con servizi e più puntuali informazioni per accompagnare i visitatori. Obiettivo anche aiutare il potenziamento delle presenze, attualmente in flessione con 2.3 milioni di visitatori nel 2010, 200 mila in meno rispetto al picco del 2007 (2.5 milioni). Costo previsto 7 milioni di euro. Poco dopo il Piano della conoscenza dovrebbe partire invece il ‘Piano della sicurezza’, che prevede principalmente il potenziamento del sistema anti intrusione e che costerà 2 milioni di euro. Infine- ma partirà anche questo insieme al piano della conoscenza – il ‘Piano di rafforzamento e capacity building’, anch’esso da completare entro il 2014, con una spesa prevista di 2.8 milioni di euro.