Fino al 17 luglio nel Palazzo Reale di Piazza del Plebiscito per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, Napoli si propone sul panorama italiano con l’inaugurazione, in prima nazionale, della grande mostra: “Regina Margherita. Il mito della modernità nella Napoli postunitaria’ prima Regina d’Italia, unica regina italiana, nipote del primo Re d’Italia, moglie del secondo Re d’Italia, madre del terzo Re d’Italia.
La Regina viene qui raccontata non solo negli aspetti della sua vita, ma anche come simbolo di una Italia che cambia nel nome della modernità e del progresso, di cui Margherita diventerà icona popolare. Sono ripercorse le tappe fondamentali della sua vita che raccontano, al contempo, la storia di una nazione: dal matrimonio con Umberto e il suo ruolo nell’acquisizione del consenso della monarchia, alla nascita del figlio, dall’attentato di Passanante e dalle crisi di un paese in rapida unificazione, allo svilupparsi del gusto “margherita” nella moda e nella società, dal mecenatismo culturale nelle arti al forte interesse per le questioni sociali femminili, per l’alfabetizzazione.
Un’ampia sezione riservata al “mondo nuovo” ormai alle porte che, con il progresso della scienza e della tecnologia e le nuove invenzioni che renderanno il mondo mai più uguale a prima, esprime tutte le proprie potenzialità nelle grandi Esposizioni italiane e nella nuova svolta della cultura.
Particolare attenzione, infine, posta alla individuazione di quegli aspetti che influirono sulla vita di Napoli, dall’urbanistica, alla moda, dal sociale, alla vita di tutti giorni. È la visione della “Napoli che cambia”, raccontata attraverso le litografie e le foto d’epoca che costituirà il focus narrativo di tutte le sezioni.
Il progetto, posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, curato da Elena Fontanella, ideato da Fondazione DNArt, è prodotto in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Campania. La mostra, dopo la tappa napoletana, si sposterà nella Villa Reale di Monza, grazie alla collaborazione con Regione Lombardia, per concludersi a Torino
“Il progetto – ha dichiarato la dott.ssa Elena Fontanella, Presidente della Fondazione DNArt e curatrice – sviluppato attraverso percorsi contestualizzati all’interno del Palazzo Reale di Napoli, sarà in grado di avvicinare un pubblico più ampio alla fruizione consapevole di un’eccellenza del nostro patrimonio artistico e di offrire al visitatore un nuovo modello di esperienza culturale: formativa e al contempo piacevole”.
La mostra si sviluppa su tre grandi macroaree tematiche – la vita della Regina come immagine della storia della nazione che cresce, il margheritismo, il mondo nuovo – raccontate attraverso l’esposizione di opere d’arte, documenti, arredi, oggetti, fotografie e strumenti tecnologici.
Dopo un breve prologo storico dedicato ai presupposti risorgimentali napoletani, con il riferimento alle figure di Garibaldi e Cavour, alle vicende del Plebiscito napoletano del 1860 e dell’entrata a Napoli di Vittorio Emanuele II (raccontato dal celebre quadro di Ippolito Caffi), ricostruisce, con l’ausilio di documenti, quadri, scenografie e supporti multimediali, la storia del rapporto fra Margherita e Napoli, dal suo ingresso in città dopo il matrimonio con Umberto nel 1868 fino all’assassinio di quest’ultimo a Monza nel 1900.
Il tema del “margheritismo” è espresso nella parte centrale della mostra, attraverso il sottile potere d’attrazione che la Regina esercita su artisti e intellettuali come sulla moda e sul costume della nazione che cresce. È il trionfo della bellezza femminile, che lo stile di Margherita incarna appieno nelle sue più articolate sfaccettature. Il visitatore viene così immerso nel mondo di Margherita e nelle sue passioni: le arti, la moda, la letteratura, la musica, le scoperte archeologiche.
La sezione dedicata alla modernità pone infine il visitatore dinanzi ai profondi cambiamenti dell’Italia post-unitaria. Attraverso l’esposizione di oggetti simbolici del progresso e della tecnologia, con particolare riferimento ai grandi temi delle grandi Esposizioni, viene testimoniato quell’autentico salto epocale di cui la Regina è testimone e interprete.
Mario Carillo