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Napoli, 349 milioni per realizzare e gestire il termovalorizzatore nella zona Est

349 milioni: questa è la cifra che dovrà sborsare la società che si aggiudicherà la gara per realizzare e gestire il termovalorizzatore di Napoli est. E dovrà farlo entro tre anni dall’apertura del cantiere: le imprese che si impegneranno ad accorciare i tempi riceveranno un punteggio maggiore nella gara d’appalto. Il bando, pubblicato sulla Gazzetta europea, è già stato inviato dal commissario Alberto Carotenuto. L’impresa dovrà realizzare un impianto da 450 mila tonnellate all’anno (quello di Acerra ne brucia 600 mila e quello di Salerno dovrebbe bruciarne 200 mila), funzionerà su tre linee e sarà completo di trattamento delle scorie. Ciò permetterà di abbattere del 30 per cento le emissioni complessive di Co2. Una volta inertizzate le scorie potranno essere utilizzate per l’edilizia: in questo modo si ridurrà drasticamente la necessità di discariche. L’impianto brucerà tal quale e produrrà 150 GWh all’anno di energia. Grazie al Cip 6 il gestore potrà realizzare guadagni notevoli. E al fortunato vincitore della gara d’appalto andranno anche gli incassi della tariffa versata dalla Provincia che sarà quasi il doppio di quella incassata dalla A2A per Acerra: 93 euro a tonnellata anziché di 53. Ai 53 euro previsti per il trattamento bisognerà aggiungere i 35 attualmente dovuti per gli stir (che secondo il piano regionale diventeranno però impianti di compostaggio, visto che il termovalorizzatore brucerà tal quale) e 5 per i trasporti. Al Comune di Napoli, che ospiterà l’impianto, andranno 5,20 euro a tonnellata. È prevista anche una royalty annuale in favore dei comuni limitrofi di un euro per ogni tonnellata di rifiuto conferita all’impianto (con esclusione dei rifiuti conferiti dai Comuni stessi), e di 6 euro a tonnellata sui rifiuti conferiti da ciascuno di essi. Questi i requisiti necessari per le ditte che intendono partecipare: le aspiranti dovranno avere referenze bancarie rilasciate da due istituti bancari; un capitale sociale non inferiore a 15 milioni di euro; avere conseguito un volume d’affari globale, ottenuto con attività di gestione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti, per un importo pari a 30 milioni di euro negli ultimi cinque anni e aver gestito nello stesso periodo di tempo un impianto di termovalorizzazione per un periodo di almeno due anni, con potenzialità non inferiore al 65% di 450 mila tonnellate annue. Le soglie economiche sono dunque molto basse e potrebbero permettere a molte imprese, anche di dimensioni contenute, di partecipare. L’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, ha ringraziato pubblicamente il commissario Carotenuto per il lavoro svolto: «La pubblicazione sulla Gazzetta europea del bando per l’appalto in concessione relativo alla realizzazione e gestione del termovalorizzatore di Napoli est – ha affermato – testimonia anche che l’attuazione del Piano per i rifiuti già all’esame di Bruxelles è in corso».

                                                                                                                                 Antonio Averaimo

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