I manifesti su citati, pochi giorni dopo la loro affissione, sono stati dichiarati fuori legge e per questo “oscurati” con i sigilli comunali; «I manifesti – dichiarerà poi il Segretario del PD, Agostino Cacciola – erano un atto di risposta alle balordaggini scritte in quella lettera indirizzata ai cittadini. Dichiararli fuorilegge mina la democrazia del paese. A quanto mi risulta il Partito Democratico ha sempre pagato la tassa d’affissione, ma questo va discusso con il tesoriere di partito».
Secca invece la replica del Primo Cittadino Pasquale Tammaro: «I manifesti non solo sono stati affissi in luoghi non consoni dove vige il divieto d’affissione, ma non è stata pagata nemmeno la relativa tassa per la loro affissione. Inoltre tutta l’amministrazione di centro-destra si ritiene ingiuriata da quanto è stato scritto e per questo motivo la Giunta ha deciso di deliberare al fine di muoverci per vie legali contro i firmatari».
Per quanto riguarda le 6000 lettere il Sindaco Tammaro ci tiene a precisare che tutto è stato fatto a proprie spese, senza dispendio di danaro pubblico; inoltre il Primo Cittadino conferma tutto quanto scritto e non ha intenzione di ritrattare nulla, nemmeno la citazione sulle prestazioni dell’avvocato Meandro: «Ha realmente percepito quella cifra ed anzi la mia è stata una approssimazione per difetto, non per eccesso».
Quindi, nonostante si ritenga da più parti che lo scontro sia andato troppo per le lunghe e nonostante siano trascorse due settimane dalla pubblicazione di quei manifesti, nessuno ha intenzione di mollare la presa. È dunque ora di abbandonare le polemiche e tornare a discutere negli interessi della cittadinanza; a breve ci sarà un altro consiglio comunale per discutere di bilancio e delle richieste della Gori, data l’ultima assemblea dell’ambito 10. Quello che accadrà nei prossimi giorni resta comunque un mistero.
Armando Madeo