Regione, sì ai rifiuti di Napoli nelle altre province

Via libera allo smaltimento dei rifiuti di Napoli nelle altre province. Il Consiglio regionale della Campania ha approvato il pacchetto di norme che contiene, tra l’altro, il superamento del principio della provincializzazione. Con questo provvedimento, la Regione si riappropria di alcuni poteri in materia di smaltimento dei rifiuti e di nuovi impianti. In caso di emergenza, come quella che vive oggi Napoli, dopo una delibera della giunta che ne certifica le ragioni, le Province dovranno modificare o integrare i rispettivi piani d’ambito. La possibilità di aprire nuove discariche non è esclusa anche se, ha più volte spiegato l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano, per almeno diciotto mesi non ce ne sarà bisogno. È invece molto probabile l’ampliamento, previsto per legge, del 15 per cento delle discariche. Il provvedimento ha determinato posizioni trasversali all’interno degli schieramenti. I consiglieri napoletani (ma anche salernitani) l’hanno sostenuta, convinti che per liberare la città dai rifiuti vadano superati i vincoli attuali. Una logica contestata invece nelle aree interne. Due consiglieri irpini del centrodestra, Ettore Zecchino (Adc) e Antonia Ruggiero (Pdl), non hanno votato per manifesto dissenso. «Non si vuol negare la solidarietà, ma non si può pensare di risolvere il problema con lo scaricabarile», hanno spiegato. La misura sui rifiuti è parte di un pacchetto di norme contenute nel disegno di legge in materia di difesa dal rischio sismico, trasformato in una finanziaria-bis. Prassi peraltro duramente contestata dall’assessore al Bilancio Gaetano Giancane. «C’è un partito della spesa che vuole demolire la manovra approvata due mesi fa», ha attaccato il responsabile della Finanza. Misure per le comunità montane e per i 4 mila corsisti del progetto Bros sono state inserite ieri all’ultimo momento suscitando non poche polemiche. In entrambi i casi Giancane ha espresso il parere negativo della giunta riaffermando che i provvedimenti sono privi della copertura finanziaria. La maggioranza ha tuttavia votato a favore, ad eccezione degli esponenti del gruppo «Caldoro presidente» Salvatore e Grimaldi e del consigliere de La Destra Carlo Aveta, che ha abbandonato l’aula. Il primo provvedimento, un sub-emendamento di Foglia (Udc), destina 50 milioni alle comunità montane. Il secondo riguarda la proposta di Schiano del Pdl (pare caldeggiata da Nicola Cosentino) che prevede il rimborso dei buoni pasto per i   4 mila Bros. Una spesa da 2 milioni che per Giancane la giunta non può assicurare e che è avversata dallo stesso assessore al Lavoro Nappi. I consiglieri del Pdl Nocera e Schifone e Lonardo (Udeur) si sono astenuti. Il provvedimento è passato con i voti della maggioranza e l’astensione del Pd (tranne il sì di Corrado Gabriele) e dell’Api. Un altro provvedimento sul quale Giancane si è espresso in modo contrario («comporterebbe un buco da 90 milioni mentre il ministero dell’Economia ci chiede una ulteriore riduzione della spesa»), e cioè una proroga dei mutui per i piccoli comuni, è stato alla fine rinviato in commissione. Dura l’accusa dei consiglieri del gruppo che porta il nome del governatore Caldoro nei confronti dei colleghi della maggioranza. «Noi difendiamo la politica del rigore, è inconcepibile – accusano Grimaldi e Salvatore – che la maggioranza voti in difformità con il parere della giunta».

                                                                                                                                 Antonio Averaimo

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