Scoperto un deposito di merce contraffatta: denunciati tre tunisini

Ieri pomeriggio, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli, hanno denunciato tre cittadini tunisini per commercio di prodotti con segni falsi, ricettazione, violazione di sigilli e per violazione al Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero. Verso le 14, sulla base di risultanze info-investigative grazie alle quali era emersa la notizia di un deposito atto alla vendita di capi di abbigliamento griffati contraffatti, i poliziotti si sono recati nel Vico VII Duchessa. Giunti sul posto non hanno impiegato molto ad individuare i locali. Nell’androne di un edificio hanno infatti scoperto un cancelletto di ferro sul quale erano ancora affissi due sigilli e le copie di due verbali di sequestro precedentemente operati dai Carabinieri l’uno e dalla Guardia di Finanza l’altro. Al momento, il cancelletto era aperto, ed i poliziotti sono entrati nel seminterrato a cui conduceva. All’interno di quest’ultimo hanno quindi sorpreso tre cittadini tunisini intenti a catalogare numerosi capi di abbigliamento di note griffe, tutti palesemente contraffatti. Nel seminterrato, i poliziotti hanno anche trovato una chiave che successivamente hanno scoperto serviva ad aprire un appartamento situato al primo piano dello stesso stabile. All’interno sono stati anche li rinvenuti numerosi capi di abbigliamento contraffatti. I tre tunisini sono stati quindi condotti in Questura in quanto sprovvisti di qualsiasi documento di riconoscimento. Dopo essere stati identificati sono stati denunciati in stato di libertà. La merce rinvenuta, costituita da numerosi paia di scarpe marca Hogan, giubbotti Monclere e Fay, pantaloni jeans Liu Jo, Gucci, Armani, Cavalli e Donup, magliette Aeronautica Militare, Ives Saint Laurent Chanel, Dolce & Gabbana ed altre note griffe nazionali ed estere, è stata tutta catalogata e sequestrata. Il seminterrato e l’appartamento al primo piano dove la merce era custodita sono stati quindi anch’essi posti sotto sequestro mediante apposizione di sigilli.

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