Illustrissimo e Pregiatissimo Cardinale Crescenzio Sepe,
Ho avuto modo di vedere le immagini dell’incredibile Tesoro di San Gennaro, incredibile sia per la bellezza artistica che per il valore economico, veramente notevole. Ho anche apprezzato le Sue parole nell’annunciare il Giubileo nella Diocesi di Napoli. Mi è venuta però anche una considerazione, che Le sottopongo, sperando che non venga presa come una provocazione, ma come un suggerimento su cui riflettere. San Gennaro ha sacrificato la Sua vita per affermare la sua fede e testimoniarla al suo popolo e sono sicuro che oggi soffrirebbe enormemente a vedere come una parte di esso è ridotto senza speranza, e mi riferisco ai giovani disoccupati. Quello che mi è venuto in mente è che se l’immenso Tesoro venisse messo in vendita e i proventi venissero utilizzati per un fondo destinato al finanziamento di progetti giovanili autonomi, in particolare a prestiti poi rimborsabili, per aprire botteghe di artigiani, idraulici, falegnami, assistenza elettronica, grafica pubblicitaria, punti vendita di vario genere, carrozzieri e meccanici, ecc, per dare insomma ai giovani l’input economico a mettersi in proprio, daremmo almeno loro un segno di speranza. Scarterei il sostegno agli imprenditori che assumono giovani con i vari contratti a termine, solo per speculazione e per non pagare i contributi, perché i contratti di avviamento sono parzialmente a carico dello stato. C’è solo l’entrata di tanti giovani nel circuito infernale del precariato a vita, perché anche se i periodi a termine evidenziano ottime qualità dei lavoratori, comunque vengono licenziati per ricominciare con altri soggetti da sfruttare. Tutte queste agevolazioni sono state solo utilizzate immoralmente, in grande parte, dagli imprenditori per usufruire di esenzioni fiscali e previdenziali. Alcune aziende hanno messo in mobilità e qualche volta licenziato i propri dipendenti, costituendo società di comodo negli stessi stabilimenti, riassumendo a condizioni capestro gli stessi dipendenti, allo scopo poi di sfruttare tutte le agevolazioni possibili. Vogliamo spezzare questa catena? È ora di dare fiducia ai giovani, concretamente. Forse Lei può rappresentare l’uomo mandato dalla Divina Provvidenza a compiere un gesto di Misericordia e di Carità Cristiana. Forse Lei può compiere un gesto coraggioso e rivoluzionario senza badare a meschinità e proteste ignoranti. Ricorda San Francesco e lo scossone che diede alla chiesa? Forse è ora per questa Chiesa di abbandonare le infrastrutture barocche e i formalismi ipocriti. Forse davanti a questa Resurrezione potremmo trovare il coraggio di scelte impopolari? L’immenso Tesoro giace inutilizzato e infruttuoso, forse perché in buona parte o almeno la parte di maggior valore, donato da re e nobili che li avevano accumulati senza fatica, sfruttando in modo inumano i propri sottomessi. Ma forse San Gennaro sta leggendo con Lei questa mia missiva, e forse la sta guardando mentre Lei la sta accartocciando per buttarla via. Forse San Gennaro sta compiendo come me un lungo sospiro di delusione e starà scuotendo la Sua testa, come sto facendo io…O no? Era solo un sogno, lo so. Ma la vita senza sogni che vita sarebbe?
Giuseppe Di Massa
Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola”