“Escapism” mood

Arte e moda..Parole legatissime..intervallate da un’altra: sperimentazione. Molti infatti i punti in comune , dichiarati a viva voce dalle forme create dai tessuti . Silhouette che diventano veri e propri esercizi di scultura . Volumi drasticamente reinventati secondo uno stile che avvolge , circonda , protegge e decora la figura , velandone le linee reali , per poi racchiuderle in una corazza . Una moda portata a livello concettuale quella della stilista olandese  Iris Van Herpes (classe 1984 )  . Una moda che mette in gioco la definizione stessa dell’abito e della sua funzione  , ridefinendo la figura , dandole un ‘inedita volumetria . E che fa diventare il corpo campo di una nuova sperimentazione . Sperimentazione che strizza l’occhio al digitale . Come per la collezione SS 2011 presentata al Paris Fashion Week . Sperimentazione e collaborazione con altri giovani professionisti : l’architetto Daniel Wildring dell’etichetta MGX by Materialiste per la realizzazione tecnica , Stephen Jones per il design dei cappelli , e il nipote d’arte Rem D. Koolhaas di United Nude per il lato calzature .

“Escapism” come titolo . Un titolo che ben racchiude  il senso dell’intera collezione . Escapism  ovvero evasione . Evasione della mente , fuga dagli aspetti banali della quotidianità , dalla monotona realtà ..Per poi  trovare rifugio in un universo digitale parallelo , capace di attuare una trasformazione. ( spesso negativa, ma ciò non toglie una nota positiva ) . Per molti , fuggire risulta un gesto normale , per alcuni , una droga che prende sempre più spesso la strada dell’intrattenimento digitale , andando incontro alla perdita della dimensione reale . Eppure con Escapism intuiamo che gli intrecci col digitale non sono per forza esperimenti così spaventosi . La collezione infatti è stata realizzata utilizzando stampanti in 3D e partendo da disegni digitali  combinati a tecniche antiche e dimenticate . Obiettivo raggiunto quello di una resa flessibile massima , in modo che anche abiti decisamente strutturati possano essere indossati senza fastidi .

Il bisogno di evadere contamina anche gli abiti . Fuga ma anche ( e soprattutto ) protezione . Spalle ampie , protettive , che seguono sia il dicktat severo della linea retta sia la morbidezza della curva . Geometrie lucenti , radiali , mescolate a curve post- industrial rococò . Il dècor fine a se stesso è denso e compatto . Tutta questione di struttura per creazioni bizzarre dalla resa estetica particolarissima , irreale , incredibilmente bella . Donne come insetti, venute decisamente da altri pianeti . Creazioni ” che trasportano su un altro pianeta” dicono i temibili parigini . Ma la stilista agli alieni preferisce le cantanti : veste Bjork , Lady Gaga e persino un soprano della “Madame Butterfly” . E crea capi dall’aspetto di una moderna corazza , dedicati a una donna eternamente in lotta e in fuga con le sue tante anime .

M.Chiara D’Apolito

 

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