promettono che con la loro (costosa) tecnologia, l’acqua venga purificata del tutto. Interpellati gli esperti, però, pare che questa sia solo una grande bugia per giustificare costi aggiuntivi sulle bollette. Lo scenario risulta anche peggiore quando si viene a sapere che neanche più l’opinione scientifica è imparziale: l’Università di Montpellier ha già un professore legato alla Suez. Come se non bastasse, dal film emerge anche un’accusa di corruzione. Si parla, infatti, di accordi segreti tra le aziende e le amministrazioni che vedrebbero coinvolte enormi somme di denaro destinate alle città con cui i sindaci guadagnerebbero punti agli occhi degli elettori. L’uso della parola “corruzione” -ovviamente- ha procurato agli autori una denuncia da parte di Veolia, che li ha citati per diffamazione. All’azione legale, i filmmakers hanno risposto con un comunicato stampa in cui si chiedono se non è corruzione “dare bustarelle a funzionari dell’amministrazione pubblica” o “invitare impiegati statali su degli yacht a St Tropez appena prima di concludere un contratto”. Insomma, sembra proprio che “Water Makes Money” influenzerà l’opinione pubblica anche in Italia, soprattutto nel periodo pre-referendario. Gli appuntamenti, organizzati dal Comitato per i Beni Comuni di Portici e patrocinati dal Comune, sono il 29 aprile all’ex Cinema Capitol di corso Umberto alle 19 e il primo maggio al teatro Don Peppe Diana al Viale Tiziano alle 18.30. Prima del film, ci sarà un’introduzione di Ciccio Capozzi e, se il pubblico vorrà, un dibattito sulla questione dell’acqua pubblica.
Maurizio Iengo