Consiglio regionale, reintegrati Conte e Gambino

Via libera al rientro in consiglio regionale per Roberto Conte e Alberico Gambino. Martedì prossimo la giunta per le elezioni si riunirà per prendere atto dei decreti firmati dal presidente del Consiglio Berlusconi che mettono fine al periodo di sospensione. «Sono convinto che non avranno il coraggio di farli rientrare prima delle elezioni», aveva detto appena pochi giorni fa il capogruppo del Pd Peppe Russo. E invece la decisione c’è stata, ma più che un atto di coraggio si è trattato di un atto quasi dovuto. Le storie di Conte e Gambino sono simili. Il primo, ex Verdi, ex Margherita, ex Pd, fu arrestato per la prima volta nel 2008 quando era già consigliere regionale. Era stato eletto nel 2005 con ben 32.913 voti ed era stato, tra l’altro, prima segretario e poi questore nell’ufficio di presidenza. Ad aprile dell’anno successivo fu arrestato di nuovo per altri fatti. Nel giugno 2009 arrivò la prima condanna: due anni e otto mesi di reclusione. L’accusa: concorso esterno in associazione mafiosa. In più, la sospensione per diciotto mesi dai pubblici uffici, in virtù della quale, quando lo scorso anno con 10.460 voti racimolati nella lista civica Alleanza di popolo fu rieletto consigliere, un decreto dello stesso presidente del Consiglio gli vietò l’ingresso in aula. Gli subentrò Carmine Sommese. Trascorsi i diciotto mesi, Roberto Conte si è rivolto al tribunale per chiedere il reintegro nell’assemblea. Cosa che ha ottenuto lo scorso marzo con una sentenza del giudice Sergio Gallo. Da qui la firma del decreto da parte di Berlusconi, sentito il ministro degli Interni. Conte si appresta dunque a rientrare dalla porta principale. Prenderà posto tra i banchi della maggioranza di centrodestra, creando non pochi imbarazzi al governatore Caldoro, che in campagna elettorale aveva più volte, e con forza, ribadito di non volere i suoi voti. Conte, che si proclama innocente, è in attesa del verdetto di secondo grado. Alberico Gambino è invece uno degli uomini forti del Pdl salernitano. Eletto sindaco di Pagani, nel 2009 fu condannato in primo grado per peculato, condanna confermata in appello a febbraio 2010 e che gli è costata anche la sospensione dalla carica di primo cittadino. Nonostante ciò a marzo 2010 si candidò alle regionali, ottenendo 27.194 preferenze. Il 27 febbraio scorso è scaduto il termine della sospensione e Gambino è tornato alla guida del Comune di Pagani. Nel frattempo ha diffidato il consiglio regionale a predisporre gli atti per il suo reintegro. Due giorni fa Berlusconi ha firmato il decreto. Ma ora Gambino si trova di fronte a un bivio: dovrà infatti sciogliere l’incompatibilità.

Antonio Averaimo

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