Napoli, emergenza rifiuti: la politica si scontra sulle responsabilità

In merito alla gestione dell’emergenza, Regione, Provincia e Comune corrono sempre più il rischio di incappare in seri problemi di comunicazione.

Il governatore Caldoro parla di esclusive responsabilità dell’amministrazione comunale: “Se le discariche sono chiuse e gli impianti non lavorano bene la responsabilità è solo degli Enti locali”- continua – “Napoli è ben al di sotto del 30 per cento. Siamo ancora molto lontani, quindi da una situazione ottimale”. Dall’altra parte il procuratore Lepore afferma: “Questa emergenza è fatta crescere dal colpevole disinteresse della Regione e della Provincia, con chiari intenti di creare un’emergenza elettorale”. Dello stesso avviso il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, Pd: “Ciò che sta mancando è un governo locale e nazionale capace di andare oltre gli spot di Berlusconi. Per costruire un ciclo intergrato e moderno di smaltimento dei rifiuti, occorrono risorse, quelle che in questi anni governo e Regione hanno fatto mancare al Comune di Napoli”. Di ancora differente opinione è l’Ing. Claudio Cicatiello, a capo dell’Asia dal giugno 2010: “L’emergenza sarebbe finita se si fosse rispettato il piano Bertolaso, ovvero lo stesso piano approvato dal governo Prodi nel 2006 che non fu possibile attuare e fu poi riproposto dal governo Berlusconi” – continua Cicatiello – “Delle dieci discariche previste dal piano, 5 sono state costruite, altre 5 sarebbero state dovute costruire, ma sono state bloccate.”

Da pochi giorni è stata aumentata la TARSU, la Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma questo provvedimento non sarebbe neanche un valido palliativo, come afferma ancora il responsabile ASIA: “I napoletani che hanno pagato la Tarsu del 2010, ad oggi Aprile 2011, sono circa il 65%. Si instaura cosi un meccanismo contorto che prevede una divisione cosi parcellizzata dei cittadini: un 50% paga la Tarsu nell’anno, un 15% la  paga un anno dopo, un altro 15% lo paga dopo due anni, il restante 20% non la paga proprio. Il risultato è che il Comune non riesce a star dietro questo meccanismo, perchè non riceve effettivamente tutti i soldi.

Intanto il gup Egle Pilla, su richiesta dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, ha rinviato a giudizio 14 persone tra docenti universitari, liberi professionisti e funzionari regionali per una inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti, con l’accusa di falso ideologico in atto pubblico. Gli imputati sono stati arrestati il 3 giugno del 2009 nell’ambito dell’indagine sui falsi collaudi agli impianti di combustibile da rifiuti (cdr): il processo inizierà il 9 giugno davanti al giudice del tribunale di Napoli, Giustina Caputo. Gli imputati avrebbero quindi attestato il falso sulle balle di rifiuti destinate ai termovalorizzatori: i rifiuti tritati e imballati, infatti, venivano fatti passare per “ecoballe” ma in realtà, secondo i dati degli esperti, non erano catalogabili come tali.

Tra i rinviati a giudizio figurano: Aniello Cimitile, ex presidente della provincia di Benevento, Vincenzo Naso, ex preside del Politecnico di Napoli, Giuseppe Vacca, ex direttore dei lavori per la costruzione del termovalizzatore di Acerra.

Mario De Angelis

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