Il primo appuntamento salta. Il secondo, idem. Alla terza esposizione al pubblico, finalmente l’ampolla contenente il miracoloso sangue del Patrono di Napoli regala ai fedeli sorriso e speranza. Il sangue di San Gennaro si è sciolto, in ritardo, ma si è sciolto. Attimi di timore per i tanti seguaci partenopei accorsi al Duomo della città per assistere alla liquefazione miracolosa che la tradizione fissa in tre precise date: il 19 settembre, il sabato precedente la prima di domenica di maggio ed il 16 dicembre. Quest’anno, però, il prodigio divino ha aspettato qualche ora prima di manifestarsi, e questo non presagisce alcunché di positivo. Benché non si tratti dellaprima volta che il miracolo non rispetta i tempi previsti, la delusione è stata comunque grande, proprio perché il miracolo di San Gennaro è visto come buon auspicio, soprattutto nei momenti di grande difficoltà per la città. E quale migliore occasione per dare adito alle dicerie popolari. Appena usciti dalla Cattedrale, di corsa nelle ricevitorie del lotto, con la speranza che il cattivo auspicio si trasformi in buono…almeno per la tasca di qualcuno. In ogni modo, però, il popolo napoletano non ha, per così dire, digerito questo segno del Santo di Pozzuoli ed è, dunque, caccia al significato. Dal canto suo, però, il Cardinale Crescenzo Sepe punta il dito contro rifiuti e malavita, ritrovando in essi la chiave dell’enigma. “Non mancano, occorre dirlo, comportamenti, pubblici e privati, collettivi e individuali, a sostegno di una tesi così estrema (riferendosi al precedente paragrafo in cui aveva parlato della “pericolosa deriva di una città zona franca di fronte alla legge”)” pronunzia l’alto prelato nel suo discorso durante la cerimonia “lo scandaloso perdurare dell’emergenza rifiuti è la più eloquente delle testimonianze. Ma non è compito della Chiesa trasformarsi in tribunale ed emettere una qualsiasi sentenza”.
Giuseppe Annunziata