“Pensavamo che essere galantuomini avesse un senso – dichiarano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e l’europarlamentare di centro destra Enzo Rivellini – anche con il leghista Borghezio che a Gennaio è stato ospitato a Napoli per una riconciliazione tra meridionali e leghisti. La differenza tra noi napoletani ed un leghista come lui è che quando è venuto in città è stato accolto con garbo e ha potuto girare per le strade di Napoli ed ammirare le nostre bellezze e la nostra storia. Lui ci ha ripagato con insulti indegni tipici dei cafoni ignoranti che hanno conquistato un poco di civiltà centinaia di anni dopo di noi”.
“A quanto pare con determinati personaggi – continuano Borrelli e Rivellini – bisogna rispondere solo con durezza. Offendere come ha fatto lui oggi Napoli e i napoletani è indegno anche per una persona con una scarsa cultura storica come Borghezio. Fuori dall’ Europa dovrebbero mandare personaggi come lui xenofobi, volgari e gratuitamente incivili verbalmente. La prossima volta che tentasse di ripresentarsi a Napoli o in Campania invece di accoglierlo con gentilezza lo prenderemo a calci nel sedere”.
Poche ore prima l’europarlamentare della Lega Mario Borghezio si era lanciato in una dura invettiva contro Napoli ai microfoni di “KlausCondicio” definendola “uno schifo di città” “Mi domando – ha afferma il leghista – se le condizioni in cui versa Napoli non siano un motivo sufficiente per essere indipendentisti e separatisti da questa parte del Paese. I napoletani e Napoli non fanno parte dell’Europa civile. Bisogna scappare da questo schifo…Noi vogliamo essere liberi da questa Napoli che puzza di rifiuti e camorra. Bisognerebbe fare una pulizia radicale. Vorrei sapere in quale altra città del mondo civile la raccolta dei rifiuti sia militarizzata; di fronte a una situazione di evidente inciviltà, il governo è di nuovo costretto a mandare l’esercito per liberare Napoli dall’immondizia, visto che evidentemente i cittadini non lo fanno, non si assoggettano alla raccolta differenziata, non riescono a far funzionare gli inceneritori, con conseguenti rischi di contagio e di epidemie”.