Così negli anni Settanta già si denunciava la devastazione dei Valloni della Penisola Sorrentina:
“Molti dei valloni a pareti verticali incisi nel piano di Sorrento sono diventati un comodo luogo di scarico per rifiuti di ogni genere. Impressionante il caso del burrone di Meta, stupendo intaglio a pareti verticali, largo solo pochi metri, d’un orrido quasi insuperabile: scoli e scarichi luridi, cumuli d’immondizia di ogni genere l’hanno reso oscenamente impraticabile.
Basterebbero queste poche parole per pubblicizzare allo stesso tempo le bellezze naturali e le brutture, opera dell’uomo, dei valloni della Penisola Sorrentina.…Speculatori pubblici e privati hanno, per decenni, con una rozzezza culturale credibile perché assurda, considerato queste opere della natura null’altro che inutili “baratri” da colmare di immondizie e da coprire, quindi, con lingue d’asfalto o cubi di cemento. E’ un comportamento barbarico che va immediatamente interrotto mentre si impone un’accurata opera di risanamento di ogni vallone sorrentino. E ciò soprattutto perché il patrimonio naturale, realizzato attraverso millenni, appartiene ad ogni Cittadino del Mondo, al di là degli ormai abusati tentativi di rapina di braccianti d’affari o sciacalli di mestiere!“
A fronte di questa acquisita consapevolezza risulta, ad oggi, completamente assente qualsiasi forma di tutela attiva e di
“Siamo rimasti circa 3 ore ad osservare due persone – raccontano i volontari del WWF – intente a calarsi senza alcuna precauzione nella sponda dell’alveo del Vallone Lavinola, tra rifiuti, amianto e resti di animali macellati, per recuperare materiali vari e trasportarli su di un camion in sosta sulla via Casanocillo. Abbiamo telefonato più volte ai vigili per segnalare le operazioni in diretta, sapendo che la legge disciplina e sanziona il trasporto e recupero di materiali ferrosi e rifiuti speciali e/o pericolosi, ma non è venuto nessuno…infine il camion è ripartito…i vigili ci hanno spiegato telefonicamente che si trattava di due ucraini già identificati nella mattinata…abbiamo chiesto se fosse lecito e se non fosse pericoloso quello che facevano…ci hanno risposto che in fondo facevano una cosa buona nel recuperare i materiali…calandosi nel dirupo…”
“Il Vallone Lavinola costituisce uno degli ambiti di maggiore interesse paesistico ed ambientale dell’intera penisola – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – esso ricade in zona paesisticamente vincolata, in area sottoposta a vincolo idrogeologico e all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, ma ciononostante viene continuamente utilizzato come sversatoio di rifiuti di ogni genere. Nel punto dove è stato osservato il camion con le persone all’opera sono visibili tonnellate di rifiuti: rifiuti urbani, carcasse di animali, reti, mobili, televisori, materiali edili, batterie di auto, vernici, amianto, ecc. Tale discarica, a cui l’amministrazione ha inteso porre un deterrente con l’allocazione di segnaletica indicante Area sottoposta a Videosorveglianza (di fatto mai messa in essere!!!), continua quotidianamente ed impunemente ad ingrandirsi facilitata anche dall’assenza di recinzioni che sarebbero sufficienti ad impedire, o quantomeno ad ostacolare, le operazioni di scarico. La cosa più grave è che la gente si è quasi assuefatta al persistere di questo stato di cose e l’amministrazione, tra opere e lavori di ingegneria più o meno
Abbiamo scritto ripetutamente al Sindaco ma senza ricevere alcun riscontro.”
Visto che il permanere di tale situazione espone l’intera area del Vallone e la costa marina sottostante a grave pericolo di inquinamento, oltre a rischio igienico-sanitario per la salute pubblica dei cittadini, il WWF Penisola Sorrentina, con nota inviata alla Procura di Torre Annunziata, ai Carabinieri di Sorrento, all’Assessore all’Ambiente della Regione Campania, all’A.S.L. di S.Agnello, alla Polizia Municipale e al Sindaco di Piano di Sorrento ha denunciato le operazioni osservate e il persistere della gravissima situazione della DISCARICA di RIFIUTI nel Vallone Lavinola, chiedendo di svolgere tutti gli accertamenti atti ad individuare eventuali responsabilità penali ed amministrative, anche di carattere omissivo, e applicare tutte le sanzioni previste.
Inoltre il WWF ha chiesto, a ciascuno per quanto di competenza, di promuovere tutte le azioni atte a impedire il protrarsi di tale situazione, come, ad esempio, l’apposizione di barriere, recinzioni o quant’altro possa servire a scoraggiare lo sversamento dei rifiuti nel Vallone Lavinola, e di avviare il doveroso e necessario ripristino dello stato dei luoghi e la successiva valorizzazione di un sito unico e di straordinaria bellezza. Ferdinando Fontanella