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Boscoreale: critiche alla classe politica dopo il processo e le condanne per assenteismo

Nelle settimane scorse il ciclone assenteismo con tanto di fermo di polizia, processo per direttissima e condanna ha sconvolto la vita amministrativa e sociale del comune di Boscoreale. Oggi, a boccie ferme, abbiamo sentito Gaetano Crifò, esponente dell’Udc boschese che non ha lesinato parole di dura critica soprattutto alla classe politica della cittadina vesuviana.

«Se il tutto rientra – ha esordito Crifò –  in una logica voluta “dall’alto” per rimodellare la società, con l’impegno delle forze dell’ordine, come già sta succedendo, di agire nei confronti di criminalità, per poi passare alla pubblica amministrazione, adesso ci si aspetta che il cerchio si chiuda nei confronti del mondo politico. Pertanto tutti vicino a questo tipo di intervento al fine che si possano creare i presupposti di un modello di società completamente diverso rispetto a quello che fino ad oggi siamo stati abituati.

Se invece tutto quanto è successo, come sostiene la voce del popolo, risultasse diverso da quanto sopra detto, perché “organizzato” dalla politica: embé si è alla frutta, allo squallore assoluto, alla cattiveria, alla ottusità e alla pericolosità di chi attualmente governa e che non ha l’onestà intellettuale di guardare nei propri armadi prima di affrontare queste serie problematiche».

Per il politico boschese a pagarne ingiustamente le pene sono stati proprio i dipendenti comunali e in tal senso ha affermato: «La conoscenza diretta della maggior parte dei dipendenti di Boscoreale mi impone di affermare che non meritano nella maniera più assoluta di essere bollati ed identificati come “assenteisti” o “approfittatori” o ancora “fannulloni”».

Ma il combattivo geometra non ci pensa due volte rincarare la cose e aggiunge che a suo sentire sembra sembra più vicino alla verità, ed a confortarlo in tal senso quanto le voci di popolo riportano, relativamente al «concetto che proprio l’incapacità politica in materia di pubblica amministrazione in evidente contrasto con la competenza degli impiegati che non potevano avallare le mostruose richieste della politica che ha scatenato tutto ciò nella speranza addirittura di sostituire gli impiegati con altri più accondiscendenti. Questa seconda ipotesi sembra sostenibile anche perché il sindaco, il segretario comunale, il direttore generale (tra l’altro bisognerebbe mettere a conoscenza i cittadini del mensile che portano a casa): tre figure apicali che potevano all’interno della macchina comunale intervenire nella maniera più decisa al fine di creare i presupposti per un’azione più efficace a favore del cittadino ed evitare tutti i contraccolpi che oggi il cittadino subisce nelle richieste che non possono essere esaudite per mancanza di personale ed evitare questa grande sceneggiata che dopo la “monnezza” ha portato nuovamente Boscoreale agli onori della cronaca».

Ivan di Napoli

 

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